LA STAGIONE PAZZA DI SERGIO FLOCCARI

by Redazione Cronache

È ormai da tempo che la nostra Serie A continua a stupirci, ci premia e ci delizia con favole che rimarranno per sempre nella storia del nostro calcio. Anche questa stagione c’è stato qualcosa che ha fomentato gli animi di migliaia di persone e ha regalato gioia e imprevedibilità al nostro campionato. Si tratta della Spal, la squadra di Ferrara, una città tanto piccola quanto calorosa: verso i suoi colori e verso quei giocatori che da due anni non smettono di lottare, stringendo forte con i denti e con il cuore, l’ambita permanenza nella massima serie.

In questa squadra, che sta sempre più diventando una realtà del nostro campionato c’è qualcuno che si è distinto e continua a sorprenderci. È Sergio Floccari, attaccante di razza, classe 1981, ormai un vero e proprio veterano del campionato. Attualmente, solo Matteo Brighi dell’Empoli ha indossato più maglie di Sergio in Serie A: dieci, contro le otto dell’attaccante spallino. Floccari va a Ferrara nel gennaio 2017, con la Spal in Serie B. Riuscirà a portarla subito in Serie A e a mantenere la categoria l’anno successivo. Questa stagione si presentava però come qualcosa di ancora più difficile, un muro da scalare e una permanenza difficilmente replicabile. L’annata per Floccari inizia nel peggiore dei modi, con un infortunio che lo lascia fuori dal campo per tutta la prima parte di campionato e che permetterà il suo esordio stagionale solamente il 28 ottobre 2018. In quel periodo la Spal stava andando alla grande, mister Semplici aveva trovato il giusto equilibrio con il solito 3-5-2 che esaltava il ruolo degli esterni e la finalizzazione di due punte di ruolo: Petagna e l’alternanza di uno tra Paloschi e Antenucci.

Sergio difficilmente partiva titolare e le voci del mercato di gennaio si facevano sempre più insistenti. Ma lui di certo non è uno che si tira indietro, dall’alto dei suoi 37 anni e della sua esperienza, sapeva che avrebbe avuto ancora tanto da offrire al servizio della squadra, e che ha infatti dimostrato nel momento del bisogno. L’ultima parte del campionato, quella che decide tutto, ha visto un Floccari sempre più protagonista e fondamentale per gli sviluppi offensivi di una squadra solida che però aveva bisogno di nuove soluzioni in attacco. Le qualità di Sergio sono facilmente riassumibili in una parola: sacrificio. Floccari ha la predisposizione naturale al sacrificio, al saper lottare per la squadra, è dotato di un gran fisico e fa della protezione palla e del colpo di testa i suoi fondamentali preferiti. Ha l’astuzia di saper lavorare spalle alla porta e trasportare il marcatore nel punto più congeniale alla manovra della squadra. Sì, ha 37 anni, ma con la voglia di un giovane e la saggezza di un esperto, con una lettura del gioco da allenatore e uno spirito da tifoso. Lui è Sergio Floccari e non ha ancora voglia di sentirsi finito. Questione di aspettative, ma soprattutto di prestazioni. I dati infatti ci parlano di un Floccari premiato come il vincitore del premio Dacia “bestvalueplayer”(BVB) stabilito sui fondamentali di tre fattori: la probabilità di partire titolare, il Magic voto e la fanta-quotazione. Floccari aveva i gradi della riserva, ma alla fine ha collezionato 20 presenze, di cui 11 dal 1’. La sua media voto (6,1), al netto di bonus e malus al fantacalcio si alza a 6,71. Mentre la Magic quotazione è passata dai 10 milioni iniziali ai 14 finali, seguendo però una curva particolare: prima è scesa sino a 6 a causa delle tante panchine, poi è risalita stabilizzandosi a 14 dalla terzultima giornata.

È così che Floccari si è affermato, ha dimostrato il suo valore e ci ha aiutato a capire quanto voglia dare ancora a questo sport. Proprio in queste ore, Sergio sta pensando se smettere o continuare a giocare. Per noi i numeri parlano chiaro: non è ancora arrivato il suo momento.