«Mai visti tanti culi in perizoma come quel giorno»

by Redazione Cronache

 

Oggi è il compleanno di uno dei giocatori più amati e controversi della storia del calcio italiano. Bobo Vieri compie 46 anni ed è giusto celebrarlo come si deve. Di seguito i 3 passaggi più clamorosi della sua autobiografia ‘Chiamatemi Bomber’, scritta insieme al giornalista de La Gazzetta dello Sport, Mirko Graziano.

IL PINETA

«Al Pineta, giravo in mezzo alla ressa con i miei amici, soprattutto con Pippo Inzaghi. Ebbene sì anche lui aveva un ruolo importante al Pineta, se l’era conquistato sulla pista! Puntavamo le ragazze più belle, con approcci improbabili, buttandola in caciara. Si rideva con le tipe e sistematicamente riuscivo a convincerne una (a dire il vero anche due o tre nel corso della stessa serata) a seguirmi negli uffici del locale, in cui ormai ero di casa. Ci chiudevamo lì dentro e facevamo quello che deve fare un bomber. Mi capitava di fermarmi e guardarla negli occhi e di dirle: ‘Oh non ci siamo presentati, io sono Bobo‘, e scoppiavamo a ridere insieme, lo voglio sottolineare, insieme perché anche le ragazze si vogliono divertire. Almeno quelle con cui sono stato io. Succedeva spesso che a volte ci dimenticavamo di chiudere la porta dell’ufficio e che, mentre ero lì a fare il bomber, Chicco (il proprietario) e i suoi ragazzi continuassero il loro viavai lavorativo.
‘Ciao Bomber, come va?’ mi prendevano per il culo quando mi sgamavano mentre mi davo da fare in dolce compagnia. E io come se nulla fosse ‘Tutto bene Chicco, a dopo!’. Poi così come entravano, se ne uscivano. Robe da matti. Da quelle prime sere non ho più smesso. O meglio ho smesso solo le volte in cui mi sono innamorato davvero».

CANALIS

«Ero appena arrivato all’Inter, era il 1999. In ritiro si guardava spesso la tv e non i documentari sulla Seconda Guerra Mondiale. I programmi più seguiti erano quelli in cui si potevano vedere belle ragazze. Una sera stavo guardando Striscia la notizia con il mio amico Ciccio Colonnese quando ebbi una specie di visione: ero stravolto dalla velina mora.
‘Bobo cos’hai? Non stai bene?’
‘Cosa?’
‘Ma come cosa? Sembri più rimbecillito del solito. Guardati dai’
‘Mi sono appena innamorato di questa ragazza. Guarda che bella Ciccio, che sorriso’
‘Sì sì, il sorriso…’
‘Devo conoscerla!’
Ciccio sapeva sempre tirare fuori il jolly. Chiamò Enzo Iacchetti, tifosissimo dell’Inter.
‘Bobo che piacere sentirti. Guarda se mi chiami domani prima che cominci il programma te la passo’. Il giorno dopo ci parlai, il resto è storia».

LA FESTA DEI TRENT’ANNI

Luglio 2003. Il campionato ci aveva riservato la “solita” seconda posizione dietro la Juve ed ero tornato single. Stavo per compiere 30 anni e volevo organizzare la festa più grande di tutti i tempi. Rimediati i numeri di telefono dai miei cellulari e da quelli degli amici, mi chiusi nell’ufficio di Chicco a telefonare a migliaia di ragazze per invitarle. Il ritrovo era per il pomeriggio, ma già dopo mezzogiorno il delirio assoluto. Ragazze ovunque, gnocche assurde in costume, mai visti tanti culi in perizoma come quel giorno. Giro la testa e vedo sempre e solo una ragazza fantastica che mi sorride. Wow. Il paradiso dei bomber. Una mi invita a fare la doccia insieme, un’altra mi chiede maliziosamente di raggiungere un gabbiotto un po’ appartato. Io sorrido, accenno un saluto alla bella di turno e vado verso gli amici. Oggi non è il giorno giusto per queste cose».