10 anni passano, il tempo lenisce le ferite, la mente si permette gentilmente di oscurare i ricordi più o meno belli.
Ma nella fattispecie non si sta parlando di un semplice ricordo. Il 25 maggio, per una trentina di tesserati e qualche milione di tifosi, è La data. La data che ha messo di fronte un popolo alla cruda realtà: l’imponderabile esiste, ahinoi. Quel sottile disegno tracciato a matita che con tanto impegno ogni giocatore cerca di cavalcare o di cancellare con rabbia, per indirizzarlo sui binari della giustizia.
Forse per raccontare l’incubo dell’Ataturk bisognerebbe partire dalla notte di Atene, quel 27 maggio del 2007. Una notte di rivincite, di sensazioni trionfali, di preghiere di rivalsa esaudite. Eppure, nel profondo delle ossa, siamo sicuri che il brivido di terrore che si insinuò a Istanbul continui tutt’oggi a esistere, impermeabile all’estinzione.
La notte di Istanbul è durata un’infinità (sportiva), ma quel che rimane dopo un paio di lustri è vivido, è presente. Ma cos’è successo per davvero? Che cos’è la notte di Istanbul? Pece nera che si attacca alla pelle, è il puzzo nauseabondo di una pietanza mai sopportata, è il demonio latente che vive rannicchiato nel buio dei nostri pensieri, quei mostri che ci hanno spaventato da bambini e che da grandi liquidiamo con una goffa risata. Ma la verità è che continuano a farci maledettamente paura.
360 secondi di pura follia, ingegno di un regista sconsiderato che ha preferito sbattere la porta in faccia a gente del calibro di Maldini, Kakà, Shevchenko, Nesta. Che ha preferito donare una risorsa vitale a 11 giocatori, traviandone per sempre altrettanti.
Perché è di questo che si sta parlando: la finale di Istanbul è uno scrigno entro il quale è racchiuso il segreto della vita stessa: non importa quanto bene o quanto male ti stia andando. Un giorno ti verrà voglia di pensare al passato, frugando negli angoli della mente. I fortunati troveranno sorrisi, lacrime di gioia, abbracci infiniti.
Gli sfortunati troveranno sogni spezzati, dolori laceranti, domande a cui è impossibile rispondere. E non ci sarà altra vittoria che potrà far sparire tutto il marcio.
Benvenuti nella notte delle streghe, la notte di Istanbul.