4 dicembre 2011 – Il giorno in cui i tifosi del Corinthians hanno ‘festeggiato’ la morte di Socrates

by Redazione Cronache

di Andrea Sperti 

4 dicembre 2011. Una data che i tifosi del Corinthians hanno segnato di rosso sul calendario per due motivi. Quel giorno, infatti, il club brasiliano ha vinto il titolo nuovamente, ma ha perso uno dei suoi giocatori più rappresentativi, il centrocampista Socrates, il leader di quella che è stata ribattezzata: “La Democrazia Corinthiana”.

La mezzala brasiliana aveva espresso il desiderio di morire lo stesso giorno in cui la sua squadra del cuore avesse vinto il titolo ed è effettivamente andata così, con tantissimi tifosi che alla fine della sfida con il Palmeiras, quella decisiva per la vittoria finale, sono andati a salutarlo, quasi ringraziandolo per una vittoria che aveva del soprannaturale.

Socrates è stato un giocatore formidabile, elegante ma al tempo stesso rapido di pensiero. In Italia non ha brillato con la maglia della Fiorentina, ma all’epoca l’adattamento ad un nuovo calcio era ancor più difficile di adesso e la tattica italiana si assorbiva con maggior fatica, soprattutto se si era abituati a giocare in modo diverso, meno bloccato dagli schemi.

Pelé dirà di non aver mai giocato con un giocatore più intelligente di lui. Le sue conoscenze, in realtà, gli servirono sia in campo che alla fine della sua carriera, con quella laurea in medicina, che gli è valsa il soprannome di “Dottore”, sfruttata una volta appesi gli scarpini al chiodo.

Socrates è ricordato per il suo modo raffinato di toccare e portare il pallone tra i piedi, ma soprattutto per la sua idea di autogestione. La chiamava Democrazia ed in quel regime, mentre in Brasile la dittatura non lasciava scampo alle scelte del popolo, le decisioni si prendevano attraverso votazioni comuni, con il voto che aveva lo stesso valore per ognuno.

Il classe ’54 non era un centrocampista qualunque ed aveva idee avanguardiste. Ha vissuto poco, ma lo ha fatto intensamente, rispettando l’opinione di chi gli stava accanto.