5 cose che ogni giocatore dilettante fa SEMPRE la domenica

by Redazione Cronache

C’è qualcosa di magico nel prepartita, che unisce e accomuna tutti i giocatori dilettanti. Momenti, situazioni, riti che si ripetono domenica dopo domenica. Le farfalle nello stomaco come la prima volta, come al primo appuntamento. Il cagotto che pulsa a pochi minuti dall’ingresso in campo. Sempre la solita storia, sempre il nostro magico pregara.

La scelta delle scarpe

Cerca di convincersi (e di convincere i compagni di squadra) che il terreno di gioco sia perfetto per le scarpe che vuole assolutamente indossare. Forse perché gioca meglio con le 13 o con le 6, il più delle volte perché sono le ultime scarpe in condizioni accettabili che sono rimaste e devono in tutti modi tirare avanti fino alla fine della stagione.

Il discorso del mister

Ascolta con attenzione l’elenco della formazione e i relativi numeri. Sulle posizioni da calcio da fermo e schemi vari comincia a sbandare, facendo una fatica del diavolo a tenere connesso il cervello. Si riaccende quando il mister spara l’incitamento finale al gruppo, condito da qualche imprecazione memorabile, e fa partire l’applauso da spogliatoio che apre ufficialmente la danze.

La sensazione pre-partita

Durante gli allenamenti è un leone, la concentrazione è ai massimi livelli e la condizione generale è ottima. Il giorno della partita, quando entra nello spogliatoio, iniziano i primi sintomi di malessere: sonnolenza, mal di pancia, gambe pesanti, manie di persecuzione, miraggi. Tranquilli, sono effetti che derivano dalla tensione, infatti con il fischio dell’arbitro svaniscono magicamente.

L’appello

Cerca di sincronizzare al millesimo la fine del riscaldamento e l’inizio dell’appello per avere il tempo necessario per sistemarsi i parastinchi. Quando entra l’arbitro continua a ripetere a mente: «Se lui dice il cognome devo rispondere con nome e numero, è facile. Non posso sbagliare dai. Niente figure di merda.» Poi l’arbitro inventa e chiama SOLO i numeri. «Rispondete con COGNOME e NOME, il signore vale per tutti.» Ed è panico vero.

Il primo contatto con la palla

Se indovina il primo intervento, il primo controllo o il primo lancio, tutto è in discesa. Se inizia con un errore comincia a maledire il cielo e a scrollare la testa. Precipita in uno stato confusionale assolutamente immotivato ma comune a tutti. Il tutto si risolve con una giocata positiva o con una scivolata scacciapensieri.