di Cesare Ragionieri
Arrivano giorni insignificanti anche per le Statistiche Inutili, alle prese con un weekend di rara mestizia con ben tre 0-0 (era capitato l’anno scorso alla 7^ giornata, con Torino-Crotone, Sassuolo-Udinese e Parma-Fiorentina) che asciugano il pozzo apparentemente senza fondo dei fatti strani e delle coincidenze bislacche. Ma non per questo molleremo! Anzi, siamo ugualmente riusciti ad apparecchiare la tavola con qualcosa di saporito.
L’allievo e l’allievo
Dite la verità: se due mesi fa vi avessero detto che un giorno non troppo lontano sareste stati testimoni di una sfida in panchina tra GabrieleCioffi e Alexander Blessin, vi sareste rivolti alla forza pubblica. Invece è successo in Genoa-Udinese: da quant’è che in serie A non si affrontavano due allenatori con appena quattro presenze in due (quattro Cioffi, nessuna Blessin), uno allievo di Gotti, l’altro allievo di Rangnick, ma sostanzialmente maestri di nessuno? Ebbene, era successo in un altro Genoa-Udinese del 3 novembre 2019, quando l’esordiente Luca Gotti (proprio lui!) aveva sfidato a Marassi Thiago Motta operativo da appena due partite. E aveva vinto l’Udinese 3-1, rimontando il vantaggio di Pandev con le reti di De Paul, Sema e Lasagna.
Un dos tres
Le cose più statisticamente rutilanti sono successe durante Cagliari-Fiorentina, con la decisiva collaborazione dell’arbitro Gianluca Aureliano, che evidentemente si era messo in testa di passare alla storia come il suo omonimo, imperatore romano dal 270 al 275 dopo Cristo prima di essere assassinato da un suo segretario per vendetta privata (poveraccio). Nessuno riserverà questa fine ad Aureliano a meno che non si tratti del comunque mansueto Alvaro Odriozola, che è probabilmente diventato il primo giocatore della storia della serie A a conquistarsi un rigore, causarne un secondo ed essere espulso nella stessa partita. Scriviamo “probabilmente” perché, procedendo a ritroso nel mare magnum della serie A, non ne abbiamo la certezza al 100%. Più semplice trovare chi, come Joao Pedro, ha segnato, sbagliato un rigore e colpito un palo nella stessa partita: si tratta del vulcanico Marko Arnautovic, riuscito nella medesima tripletta lo scorso 26 settembre in Empoli-Bologna.
Gol sbagliato, gol sbagliato
Restiamo a Cagliari. Due rigori, uno per parte, ma entrambi parati da Radunovic (su Biraghi) e Terracciano (su Joao Pedro): da quanto non succedeva? In serie A dal 13 settembre 2015, quando in Sassuolo-Atalanta Sportiello aveva ipnotizzato Nicola Sansone e nel finale Consigli aveva detto di no a Maxi Moralez. Invece, l’ultima volta che la Fiorentina aveva sbagliato due rigori in due giornate consecutive con due giocatori diversi risaliva al 22 e 29 aprile 2012: prima Ljajic contro l’Inter (parato da Julio Cesar), poi Jovetic contro l’Atalanta (parato da Consigli, ancora lui).
L’olio Di Lorenzo
Fino a questo weekend, nei top 5 campionati europei, c’erano solo tre giocatori di movimento che avevano giocato tutti i minuti. Due giocano in Bundesliga e sono Robin Knoche, difensore centrale dell’Union Berlino, e Christian Günter, capitano e terzino sinistro del Friburgo, entrambi con 1800 minuti su 1800. Il terzo era Giovanni Di Lorenzo, infaticabile tuttofare del pacchetto arretrato del Napoli: ma contro la Salernitana Spalletti l’ha levato dal campo a quattordici minuti dalla fine, sostituendolo con Zanoli. Il buon Di Lorenzo non ha inteso sollevare la minima polemica. L’ultimo giocatore di movimento ad aver concluso un campionato di serie A “a punteggio pieno” come minuti giocati, 3420 su 3420, è a sorpresa un attaccante: Ciccio Caputo nell’Empoli 2018-19 – buona occasione per rivederne tutti i gol!
Mou non si è fermato a Empoli
Mini-show della Roma al Castellani di Empoli, dove Abraham e soci si sono abbattuti con fare furibondo sulla difesa di Andreazzoli: il secondo, terzo e quarto gol sono stati segnati in 4 minuti e 20 secondi, da 32’22” a 36’42”! Ci sono precedenti così scoppiettanti nella storia giallorossa? Le cronache recenti riferiscono di un Chievo-Roma 0-3 del 7 dicembre 2003 in cui i gol erano arrivati in un arco di cinque minuti (67′ Totti, 70′ Mancini, 72′ Cassano), ma non abbiamo la possibilità di consultare il cronometro. Invece, ci avevano messo di meno i giallorossi che asfaltarono il Torino per 7-1 il 28 maggio 1933, con una sequenza di tre reti (47′ Bernardini, 48′ Eusebio, 50′ Fasanelli) in meno di quattro minuti.
Minimum Max
Nemmeno stavolta Stefano Pioli è riuscito a battere Massimiliano Allegri: e ormai siamo addirittura a 19 partite, in cui il tecnico parmigiano non è riuscito a rimediare che cinque pareggi (i due di quest’anno più tre con il Bologna nel 2011-12 e nel 2012-13). Considerando gli scontri diretti tra allenatori di alto livello, di quelli con almeno sei-sette campionati di serie A in carriera, non si trova una rivalità più a senso unico di questa: le 19 partite d’imbattibilità di Allegri contro Pioli superano le 18 di Fabio Capello contro Emiliano Mondonico e le 15 ancora di Allegri contro Sinisa Mihajlovic. Ma ogni bella statistica ha il suo rovescio: la Juventus non raccoglieva la miseria di zero tiri nello specchio della porta in una partita di serie A da un trascurabile Genoa-Juventus 2-0 del 17 marzo 2019, con i bianconeri reduci dall’impresa in Champions contro l’Atletico Madrid che, forti di un larghissimo vantaggio in campionato, si presero un pomeriggio di relax. In partite più significative, non capitava dalla celebre Juventus-Napoli 0-1 del 22 aprile 2018, quella risolta dalla capocciata di Koulibaly al 90′. Almeno stavolta, la missione di Max di tenere la porta chiusa è stata portata a compimento.