Quando ha debuttato ne LaLiga con il Racing Santander nel 2008, Sergio Canales non aveva ancora compiuto 18 anni ed era considerato uno dei talenti più promettenti del calcio iberico. 17 anni dopo, il trequartista spagnolo esordirà nel Mondiale per Club con il Monterrey affrontando l’Inter. Non ha avuto una carriera all’altezza delle previsioni, ma la sua è una storia di perseveranza e resilienza.
La nuova vita in Messico di Canales
Oggi Canales è il centro di gravità del club messicano, l’uomo da cui passano tutti i palloni. Gioca nel Monterrey dal 2023, che ha speso 10 milioni di euro per acquistarlo dal Real Betis e renderlo uno dei giocatori più costosi nella storia della Liga MX. In Messico è stato accolto come il salvatore della patria, sulla falsariga di quanto successo in passato con Gignac e Thauvin.
Non ha deluso le aspettative: con il 10 sulle spalle, nell’ultima Liga MX ha realizzato una doppia doppia da 17 gol e 12 assist in 39 gare. Nonostante il suo rendimento (29 reti e 17 passaggi decisivi in totale), la squadra non ingrana: a maggio Martin Demichelis è stato esonerato e Canales giocherà il Mondiale per Club con il 3° terzo allenatore diverso (Domenec Torrent) dal suo arrivo.
Quanta sfortuna
La carriera di Canales, acquistato per 6 milioni di euro dal Real Madrid nel 2010, è stata scandita da tre date, quelle degli infortuni al legamento crociato anteriore del ginocchio: 24 ottobre 2011, 26 aprile 2012 e 30 dicembre 2015. L’ultimo, in particolare, sembrava potesse mettere fine alla sua carriera. E invece no, Sergio ha superato tutte le difficoltà che ha dovuto affrontare.
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«La mia famiglia era in tribuna durante la partita, sono scesi tutti negli spogliatoio a fine primo tempo», ha raccontato Canales a The Athletic. «I miei zii piangevano, mia moglie anche. Erano tutti devastati, pensavano che il mio futuro fosse compromesso. Quel giorno mi sono detto: ‘la mia carriera non finirà qui’». È stato un percorso lungo e difficile, ma Sergio aveva ragione.
Con il Real, complice anche gli infortuni, non scatta il feeling. E anche le esperienze nel Valencia e nella Real Sociedad non entusiasmano troppo, a tal punto che i baschi lo lasciano andare a parametro zero nel 2018. Firma un quadriennale con il Real Betis che sa tanto di ultima chance, alla fine l’Andalusia lo rilancerà e gli renderà, in parte, quello che i tanti infortuni gli avevano tolto.
Tornato grande a Siviglia
Quique Setién arretra il suo raggio d’azione e Canales si trova a suo agio con compagni altrettanto tecnici come Lo Celso e Guardado con il quale può associarsi e andare a chiudere l’azione. Segna 7 gol nel 2018/19 e vederlo giocare diventa uno spettacolo per gli occhi: sempre a testa alta, sempre in controllo, con eleganza ma anche tranquillità, tra controlli orientati, conduzioni e passaggi filtranti.
Nel 2022 vince la Coppa del Re con il Betis contro il Valencia ai rigori, 12 mesi più tardi torna in Nazionale e alza al cielo la Nations League. Sono gli unici trofei in carriera, assieme alla Coppa del Re 2011 con il Real e all’Europeo u-21 nel 2013. Poi il Messico, dove a 34 anni sta dimostrando di essere ancora un giocatore in grado di fare la differenza. L’Inter è avvisata: Sergio Canales ha ancora tanto da dare.
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