Appena nove mesi fa Marcus Rashford sembrava un giocatore superato. Non finito, ovviamente, ma uscito dal giro dei calciatori di livello. Dov’era sparito quel giovane talento in grado di segnare – ormai quasi 10 anni fa – 4 gol in 2 partite all’esordio con il Manchester United? Era fuori forma, era il simbolo di un club caduto in disgrazia che dopo il suo addio non si è certo rialzato. Anzi.
La nuova vita di Rashford
A gennaio 2025 il prestito all’Aston Villa (4 gol e 6 assist in 17 partite), in estate il ritorno allo United e un nuovo prestito, questa volta al Barcellona. Non con l’ambizione di diventarne un titolare assoluto, ma un giocatore capace di sostituire Yamal o Raphinha, rientrare nelle rotazioni e spaccare la partita dalla panchina. Un super-sub, come si dice oggi.
L’esordio con i blaugrana in Champions League non è andato male, per usare un eufemismo: era dall’ottobre 2020 che non segnava 2 o più gol in UCL. Rashford è diventato il 5° giocatore a segnare almeno 2 reti al suo debutto in UCL con il Barça, dopo Begiristain (1993), Tello (2012), Lewandowski (2022, tripletta) e João Félix (2023). Ci stavamo dimenticando: ovviamente, è stato lui l’MVP del match.
La posizione in campo di Rashford
Non più esterno d’attacco, quasi con i piedi sulla linea, ma dentro al campo e più vicino sia alla porta che a Lewandowski: così Flick ha deciso di valorizzare l’inglese. Il secondo gol nasce proprio così: Rashford recupera una palla respinta corta e centrale dalla difesa del Newcastle, salta secco Tonali e fa partire un destro potentissimo che non lascia scampo a Pope. Applausi.
L’impegno di Rashford fuori dal campo
Non può essere un caso che i primi gol di Marcus col Barça siano arrivati proprio in Inghilterra. Lì dove, nel 2021, è stato insignito del titolo di Membro dell’ordine dell’Impero Britannico (MBE). Durante la pandemia e il lockdown del 2020, si era impegnato contro la malnutrizione delle fasce più povere della popolazione inglesi.
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Rashford fece un appello al Primo Ministro Boris Johnson, che decise di aiutare le persone più in difficoltà con i sussidi alimentari. Una sua campagna di beneficenza sul tema raccolse più di 20 milioni di sterline. E il suo «Nessun bambino deve avere fame» fece il giro del mondo.
Al Barça per tornare grande
Negli ultimi anni, ha ribadito più volte il sogno di giocare nel Barcellona. A inizio luglio ha rinunciato al 15% dello stipendio per trasformarlo in realtà, con i blaugrana che hanno inserito anche un diritto di riscatto a 30 milioni.
In una vecchia intervista del 2020, disse che «probabilmente il miglior calcio si esprime intorno ai 26-27 anni». Marcus ne compirà 28 a ottobre. È ancora in tempo per svoltare per l’ennesima volta la sua carriera, vissuta costantemente sulle montagne russe. Lontano dallo United, il club della sua vita, che lo ha messo alla porta. E che, magari, si pentirà di averlo cacciato.