Dobbiamo raccontarvi la passione di Carvajal per gli scacchi

by Cesare Ragionieri

4500 partite in 10 mesi, ma non parliamo di calcio (chiaramente): dobbiamo raccontarvi la passione di Carvajal per gli scacchi.

Il 6 ottobre 2024 è uno dei giorni più terribili della carriera di Dani Carvajal. Rottura del legamento crociato anteriore, del legamento collaterale esterno e del tendine popliteo: un infortunio shock, che fa dubitare sul proseguimento della sua carriera. 11 mesi dopo, il 7 settembre 2025, Carvajal sta giocando a scacchi contro David Raya a pochi minuti dal calcio d’inizio di Spagna-Turchia.

«Cosa c’entra tutto questo?», vi starete (giustamente) chiedendo. C’entra perché è anche grazie agli scacchi se Carvajal è riuscito a rimettersi da un infortunio del genere a 33 anni. Lo ha spiegato molto bene El País, raccontando come gli scacchi siano stati un modo per tenere allenata la testa nonostante lo stop fisico obbligato. E a guardare al futuro con ottimismo. Vi spieghiamo.

Com’è nata la passione di Carvajal per gli scacchi

Un mese dopo l’infortunio, riceve una visita a casa di un amico, che gli propone una partita. Il terzino spagnolo ci ha già giocato in passato, ma quella volta ne rimane estasiato: la sera stessa apre un account su una popolare app di scacchi e inizia a giocare con costanza.

Inizia a sfidare amici, conoscenti, persino il suo fisioterapista che si registra alla stessa app pochi giorni dopo. Si ritrova ad affrontare addirittura un consulente tecnologico della polizia norvegese e molti altri utenti ignari di giocare contro uno dei soli 5 giocatori capaci di vincere 6 Champions League nella storia.

Cos’è il sistema ELO

Per valutare il livello di uno scacchista, si usa il sistema di valutazione ELO. Prende il nome dal suo creatore, Arpad Elo, un professore di fisica ungaro-americano. È un metodo statistico utilizzato per misurare la bravura dei giocatori e si basa sui risultati ottenuti nelle competizioni. È un modello che ha ispirato, tra gli altri, anche la FIFA nella stesura del ranking per Nazionali.

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Quando ha iniziato a giocare, Carvajal aveva circa 550 punti ELO. Oggi ha superato i 950 e questo è ritenuto un progresso notevole per un principiante. Come ci è riuscito? Poco studio, tante partite e una particolare attenzione sull’analisi delle mosse fatte che forniscono le app per capire gli errori commessi.

Le sfide in Nazionale

Da novembre 2024 gioca circa 4500 partite, per una media di 14 al giorno, lunghe in media 10 minuti. Una fonte vicina al giocatore racconta che «all’improvviso ti chiama e ti chiede di giocare». Lo fa durante la convalescenza post-infortunio, ma anche durante i ritiri con Real e Spagna e persino negli stadi a poche ore – se non minuti – dal calcio d’inizio.

Unai Simón, Dani Olmo e Martín Zubimendi: in Nazionale ci sono altri giocatori di scacchi, tutti attorno ai 1200 punti ELO. Il 2 settembre, al ritorno tra i convocati della Spagna, Carvajal sfida il portiere dell’Athletic e perde dopo 49 mosse. L’indomani affronta David Raya (circa 900 punti ELO) direttamente dallo stadio di Konya, a un’ora dal kick-off contro la Turchia, e lo batte.

Un nuovo Carvajal

Gli scacchi sono stati uno strumento utile a superare l’infortunio. Lo ha raccontato proprio Dani dagli Stati Uniti, durante il Mondiale per club: «Conoscendomi, mi hanno detto: ‘La verità è che l’hai presa molto bene, pensavamo molto molto peggio’. Ma niente affatto, ho affrontato con gioia ogni fase del mio recupero». Grazie anche agli scacchi.

Un tempo nei ritiri il terzino destro giocava a carte, ora affronta i compagni e sfida avversari random sulle app. Tutto con una costante precisa, come ha sottolineato recentemente anche Xabi Alonso: «C’è una parte in lui che non è cambiata e probabilmente non cambierà mai, il suo spirito competitivo».

Non solo Carvajal

Un altro grande appassionato di scacchi è Momo Salah. Nel 2023 l’egiziano ha ammesso di giocare «ogni giorno, letteralmente ogni giorno» e di voler «incontrare Magnus Carlsen», campione del mondo dal 2013 al 2023 e considerato uno degli scacchisti più forti nella storia.

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Ce ne sono molti altri, ma vogliamo soffermarci su Simen Agdestein, probabilmente l’unica persona al mondo in grado di giocare ad alti livelli sia a calcio che a scacchi. 8 presenze e 1 gol con la Nazionale di calcio norvegese tra il 1987 e il 1988, ma anche la medaglia d’oro alle Olimpiadi degli scacchi di Lucerna del 1982 e il ruolo di allenatore di tanti giovani scacchisti, tra cui lo stesso Carlsen.

Caratteristiche in comune

Più in generale, negli scacchi sono richieste alcune skills che possono servire anche su un campo da calcio. Prevedere le mosse dell’avversario, leggere le sue intenzioni, restare concentrati durante la partita, gestire il tempo e la pressione, trasformare l’errore in una lezione. Ma è anche un modo per rilassarsi, staccare la mente e riposarsi: tutto questo lo sa molto bene Dani Carvajal, tornato al top anche grazie agli scacchi.