Xabi Alonso ha trovato il suo ‘Grimaldo’ al Real Madrid

by Alessandro Lunari

Huijsen, Mastantuono, Alexander-Arnold… e Carreras: sono stati questi i 4 acquisti estivi del Real Madrid. Futuri campioni e certezze come Trent. Nel roster di stelle a disposizione di Xabi Alonso c’è un nome che sta sorprendendo tutti: Álvaro Fernández Carreras, classe ’03, arrivato dal Benfica per 50 mln di euro. Ed è già il terzino sinistro più forte al mondo (Nuno Mendes permettendo).

Il ritorno a Madrid dopo il biglietto per Manchester

Carreras ha convinto tutti in questo avvio di stagione. Esterno, terzino sinistro e all’occorrenza anche braccetto nella difesa a 3. Una trovata geniale di mister Bruno Lage al Benfica nell’ultimo anno. Fra infortuni e assenze, Xabi ha trovato la soluzione a tutti i suoi problemi. Per qualità palla al piede e velocità, ricorda davvero il miglior Grimaldo, esploso al Leverkusen proprio con il tecnico. Come lui, anche Álvaro per affermarsi ha dovuto lasciare casa. Ma lui ci è tornato, Grimaldo – ex Barça – (ancora) no.

«Ero ancora un ragazzino, ma me ne sono dovuto andare dal Real Madrid: ho dovuto lottare. Sono andato lontano da casa, in un altro Paese, con un’altra lingua». Sono state queste le prime parole dopo il suo ritorno. Álvaro aveva lasciato il Real durante la pandemia, nel 2020, per trasferirsi al Man United: «Al Real, hai 800mila giocatori davanti a te. In due mesi sono passato dal 1° anno delle giovanili dei Blancos alla squadra B dello United». E neanche a dirlo viene premiato come miglior giocatore dell’U23 dei Red Devils.

Convocazione con De Gea e via a marcare Cavani e CR7

Qualche convocazione in prima squadra, ma nessun esordio. Ma Manchester si è rivelata una tappa cruciale per la sua crescita: «Era incredibile. Mi sedevo per fare colazione vicino a De Gea o Fred, mi allenavo marcando Cavani e Rashford. E poi ricordo l’arrivo di Cristiano Ronaldo, mi sono detto: ‘Wow!’. Al primo torello si è avvicinato a me dicendo che sapeva del mio passato al Real. Aveva già sentito parlare di me». Emozione.

A 19 anni ha chiesto di andare in prestito per giocare e dimostrare il proprio valore. Alla porta, c’è il Preston, a meno di un’ora da Manchester: «C’erano Telles, Shaw e Malacia: non avrei avuto spazio. È stata la cosa migliore: ho imparato tutto lì a livello difensivo, giocando nel fango». In attacco, d’altronde, gli è sempre venuto tutto facile. Da bambino, al Racing Ferrol, la squadra del suo paese in cui ha iniziato a giocare a calcio, faceva la punta: «C’è stata una stagione in cui ho fatto più di 100 gol!».

Fra Marcelo e un vecchio compagno di stanza…

Dopo il Ferrol Racing, Carreras gioca per 5 stagioni nel Deportivo de La Coruña prima che il Real lo porti a La Fábrica, il settore giovanile. «Sono stato lì per 3 anni e ho conosciuto Marcelo: è il mio idolo. Stavo attento a come si spingeva in avanti, chiedeva palla e giocava. E poi Roberto Carlos… un privilegio conoscerlo». A distanza di 5 anni, al Real, ha ritrovato anche un vecchio amico: «Raúl Asencio è stato il mio primo compagno di stanza nella ‘residenza’. È pazzesco che ora siamo entrambi qui».

 

Dal ‘fallimento’ al “problema” per la Spagna

Ha appena 22 anni, ma l’ascesa di Carreras non è stata così facile. Dopo la stagione al Preston, è tornato in Spagna: 6 mesi al Granada ne LaLiga, dove non ha praticamente mai visto il campo tanto da far interrompere il prestito al Man United che lo ha girato al Benfica. 6 mln di euro con diritto di riscatto e controriscatto, fissato a 20. 68 gare, 5 gol, 6 assist, ma niente: lo United lo ha lasciato lì. «Quando sono arrivato – ha detto Bruno Lage – Carreras sembrava un fallimento. Mentre ora lo vogliono Real e Atlético».

Il Real Madrid lo ha riportato a casa, senza pensarci due volte. Una parabola che ricorda quella di Carvajal, con un passato al Leverkusen, o Piqué, andato allo United prima di diventare leggenda col Barça. Entrambi hanno vinto tutto, anche con la Spagna. Ecco, pensate che Carreras non è neanche mai stato convocato dalla Nazionale maggiore. Ma sarà il prossimo, stimolante problema che Luis de la Fuente dovrà risolvere.