Un gol dopo 90 metri con la palla: «Messi è diventato van de Ven»

by Alessandro Lunari

Sono state queste le parole di Thomas Frank nella conferenza stampa post Tottenham-Copenhagen: gli Spurs avevano appena vinto 4-0, nonostante l’inferiorità numerica dal 54’ per l’espulsione di Johnson al 57’. A rubare la scena, però, è stato un difensore di 1,93 metri che ha segnato IL GOL della serata. Dopo 90 metri palla al piede. E allora sì: «Era come se Messi fosse diventato van de Ven».

 

‘Può continuare a non salutarmi se fa gol del genere’

Un coast to coast del genere non capita tutti i giorni. Ovviamente. Ma per chi ha seguito le partite degli Spurs, la corsa di van de Ven non è stata una novità: nelle ultime stagioni, il centrale olandese si è reso protagonista più volte di queste percussioni palla al piede. Un esempio? Andate a recuperare Man United-Tottenham della passata stagione: stessa, identica azione. Se non per come si è conclusa: assist di van de Ven e gol di Johnson. Decisivo, comunque. E con personalità. Si è compreso dalle parole di Frank nel post-partita: «Credo che van de Ven sia il nostro miglior marcatore fra tutte le competizioni. Se fa gol così, può continuare a sfilarmi di fianco a fine partita senza salutarmi».

Ma a cosa si riferiva l’allenatore del Tottenham? La battuta è arrivata dopo il 4-0 al Copenhagen nell’ultimo turno di Champions League: una vittoria che ha portato gli Spurs al 7° posto, con 8 punti, della League Phase. Un successo per dimenticare il ko in casa di sabato scorso: 0-1 contro il Chelsea. Tra fischi, polemiche e tensioni, anche in pubblico.

Van de Ven, infatti, insieme a Spence, al fischio finale ha ignorato il suo allenatore rientrando subito negli spogliatoi senza andare a ringraziare, come di consueto, i tifosi. Impassibile Frank li ha seguiti con lo sguardo.  Già nel post-partita il mister aveva spento ogni polemica: «È una di quelle vicende non così importanti: dopo una sconfitta è normale essere frustrati». E finché segna gol così, va più che bene. D’altronde, con 6 reti è il miglior marcatore stagionale degli Spurs fin qui.

 

‘Van de Ven è una Rolls Royce’… e il Puskás Award

Da due stagioni, il difensore degli Spurs è soprannominato ‘Rolls Royce’. Il primo a chiamarlo così è stato Rio Ferdinand, prima della sfida col Newcastle. A dire il vero non è che quella ‘prima volta’ sia stata poi così fortunata con van de Ven protagonista in negativo per le reti dei Magpies. Da quel momento lì, però, il classe 2001 si è ripreso incarnando alla perfezione le caratteristiche dell’automobile: eleganza e potenza. Proprio come nel gol rifilato al Copenhangen.

I 90 metri palla al piede da cui è nato il gol di van de Ven ricordano – per potenza, fisicità, velocità e conclusione – la rete di Weah al Verona nel ’96. Oppure il coast to coast di Theo all’Atalanta, sempre a San Siro, nel 2022 che indirizzò il Milan verso lo Scudetto. O la rete di Bruno Peres nel derby col Torino. Ma se vogliamo rimanere in Premier e, per di più, al Tottenham, il pensiero va alla bandiera Heung-Min Son che, nel 2019 contro il Burnley, con un gol simile è riuscito a vincere il ‘Puskás Award’ 2020. Gli Spurs ieri si sono portati già avanti con un tweet dopo il gol: «Dategli subito il Puskás». Vedremo.

 

Il più veloce della Premier League è un personal trainer mancato

La corsa di ieri sera è stata impressionante ma non ha raggiunto il picco di velocità che l’olandese ha toccato nel 2024: 37,38 km/h. Una velocità con cui ha superato il record di uno specialista come Kyle Walker (37,31 km/h).

Per intenderci: a questa velocità ci vanno atleti come Usain Bolt che ha stabilito il record mondiale con una media di 37,52 km/h. La corsa è sempre stato un fondamentale importante per van de Ven, arrivato al Tottenham nel 2023 dal Wolfsburg per circa 50 mln di euro. Eppure è stato vicino a chiudere col calcio: nel 2019, il Volendam non era convinto di offrirgli un contratto da pro, dopo il percorso nelle giovanili.

L’arrivo di Wim Jonk sulla panchina della prima squadra cambiò tutto: «Senza di lui, non sarei diventato un calciatore professionista. Di questo ne sono certo. Cos’altro avrei fatto? Il personal trainer».