Nella carriera di De Rossi è esistita solo un’altra maglia, oltre quella della Roma che ha indossato per 19 anni. È talmente legato alla sua città e al suo territorio da aver aperto una scuola-calcio all’Ostiamare per fare crescere i giovani romani, dopo l’esonero dello scorso settembre. Da calciatore, ha ricevuto tantissime offerte. Ne ha accettata solo una: il Boca Juniors. Non contava il prestigio, ma l’entusiasmo e la passione.
Il no al City e al ruolo da dirigente
Dal 2000 al 26 maggio 2019, il giorno dell’addio, ha sempre e solo indossato i colori della Roma. Per la squadra della sua vita ha rifiutato i top club europei. È stato vicino ad andarsene solo per il Man City di Roberto Mancini: «Era tutto fatto, poi mi ha chiamato: ‘non je la faccio’», aveva svelato l’ex CT dell’Italia in un’intervista a Il Messaggero. Dopo l’addio contro il Parma, ha ricevuto varie offerte nell’estate 2019, anche da club italiani, come la Fiorentina. Prima, però, nella sua ultima conferenza da calciatore della Roma, con la società pronta a offrirgli un ruolo da dirigente: «A un calciatore come me, in queste condizioni, da dirigente io il contratto glielo avrei rinnovato».
L’attrazione per il Boca
De Rossi fa una scelta diversa. Di cuore, ancora una volta. Vola in Argentina, al Boca Juniors e a quella Bombonera che incarna la sua visceralità e passionalità: «Il mio cuore è della Roma, però mi piace tantissimo il Boca: ho iniziato a seguirlo quando c’era Maradona. Mi sono innamorato dello stadio e dei tifosi: quando sono passionali, mi fanno piangere», aveva confessato dopo la semifinale di UCL persa contro il Liverpool.
Accolto con il tipico calore argentino, nel delirio collettivo dei tifosi Xeneizes, De Rossi è rimasto 6 mesi al Boca prima di chiudere definitivamente la carriera. «Se penso a un futuro lontano da Roma, ho sempre detto che mi piacerebbe salire quelle scalette ed entrare alla Bombonera da giocatore del Boca». Parole profetiche e diventate realtà grazie a Nicolás Burdisso, suo compagno alla Roma e gancio per il trasferimento al Boca. 7 presenze, 1 gol, un trofeo e un’esperienza di vita quasi catartica, prima di dire basta e iniziare il cammino da allenatore.
Il filo che unisce Genoa e Boca
Non succede mai nulla per caso. A maggior ragione, se hai la passione come bussola. De Rossi allenerà il Genoa, storicamente legato al Boca Juniors. Per conoscere la motivazione bisogna tornare indietro al 1905: in Argentina, un gruppo di adolescenti di origine genovese fonda il ‘Boca Juniors’. All’epoca ‘La Boca’ era un quartiere portuale di immigrati italiani. A grande maggioranza genovese.
Il carattere popolare e il grande senso di appartenenza da sempre accomunano i due club. E la loro storia: i tifosi del Boca, non a caso, sono chiamati ‘Xeneizes’ che significa semplicemente ‘Genovesi’, in dialetto genovese. Fun fact: il sito ufficiale del Boca viene tradotto in 4 lingue. Italiano, spagnolo, inglese… e genovese. Una continuità culturale da brividi.
L’omaggio del Genoa al Boca
E da Genova non è mai venuto meno il legame per l’Argentina: lo scorso 29 marzo, la squadra di Vieira era scesa in campo contro la Juventus indossando una maglia gialloblù in onore del 120° anniversario dalla fondazione del Boca. Pura passione. La stessa che cercava De Rossi: in questo momento, per tifo e calore non c’era piazza migliore.
Sarà il prossimo allenatore del Genoa, dopo aver già guidato la squadra della sua vita, la Roma. Nel settembre dello scorso anno era stato esonerato alla 4° giornata. Proprio dopo il Genoa, match nel quale era stato espulso nel finale. Destino. Sconterà la squalifica domenica con la Fiorentina. Ripartirà da Genova con un contratto fino al termine della stagione con opzione di rinnovo in caso di salvezza.
Niente Superclásico, c’è da allenare
E pensare che soli pochi giorni fa aveva chiesto a Leandro Paredes, amico ed ex compagno alla Roma, due biglietti per il Superclásico di domenica 9 novembre fra Boca Juniors e River Plate. Appuntamento da rimandare perché domenica guiderà, dagli spalti, la sua nuova squadra. Ci sarà un Marassi pronto ad accoglierlo in stile ‘Bombonera’. Per uno scontro salvezza, contro la Fiorentina. Qual era la squadra che lo voleva dopo la Roma? Già, destino. Ancora una volta.
