Ok, questa va spiegata. Dobbiamo volare dall’altra parte del mondo, precisamente in Asia. Nel subcontinente indiano esiste una striscia di terra – che rientra nei confini nazionali dell’India – chiamata ‘Chicken’s Neck’. Traduzione: collo di pollo. Per spiegare la denominazione basta guardare una cartina geografica: il ‘Chicken’s Neck’ – o ‘corridoio di Siliguri’ – è la parte che unisce la parte nord-est dell’India con il resto del Paese. Attorno confinano altri Stati, fra cui Nepal e Bangladesh. I protagonisti che ci interessano.

Il derby del collo del pollo
Giovedì 13 novembre si sono sfidati in quello che è un vero e proprio derby due Paesi che non confinano per una manciata di chilometri. In alcuni punti, solo 22km separano il Nepal dal Bangladesh. E in mezzo c’è proprio il ‘Chicken’s Neck’: un’area ancora oggi sensibile, centro di attività illegali e con un forte presidio militare da parte dell’esercito indiano e della polizia statale del Bengala occidentale.
Il derby fra Nepal e Bangladesh è un intreccio di storia, politica, tradizioni e sport. Il calcio da quelle parti è di grande interesse, ma nulla a che vedere con il cricket, lo sport nazionale. Il 15° incontro fra le due è terminato 2-2 e l’assoluto protagonista è stato Hamza Choudhury, centrocampista classe ’97 del Leicester, autore di una doppietta con un incredibile gol in rovesciata.
Dal Leicester al Bangladesh
Choudhury è nato a Loughborough, una cittadina nella contea di Leicestershire. Suo papà viene da Grenada, uno Stato insulare nel Mar dei Caraibi, e sua mamma ha origini bangladesi. Dopo la trafila nelle Under dell’Inghilterra, dal 2024 veste la maglia della Nazionale del Bangladesh. Dopo una FA Cup e un Community Shield con il Leicester nel 2021, ora è arrivato anche il gol dell’anno con la sua nazionale.
Il derby si è giocato a Dacca, la capitale del Bangladesh. Lo Stato, con quasi 174 mln di abitanti, ha una storia piuttosto recente: nato nel 1971 dopo la secessione dal Pakistan, ha vissuto periodi di gravi crisi economiche e politiche, ma negli ultimi anni è sempre più in crescita. Ha il 2° PIL fra i Paesi dell’Asia meridionale e il 29° al mondo. Agricoltura, allevamento e pesca sono le attività principali, ma il Bangladesh è l’unico Paese di quella parte di mondo autosufficiente sul piano farmaceutico.
La Nazionale di calcio bangladese esiste dal ’72, ma la storia è scarna di successi: l’unica partecipazione alla Coppa d’Asia risale al 1980 con un’eliminazione al primo turno. Ad oggi, occupa il 183° del ranking. Il campionato nazionale, invece, esiste dal 2007: 10 squadre e un calendario che va da gennaio a settembre. Condizioni metereologiche e crisi economiche-politiche permettendo.
Qualche chicca sul Nepal
Il Nepal è stato uno dei primi Stati a riconoscere l’indipendenza del Bangladesh e, inevitabilmente, le loro storie si intrecciano. Anche per logiche commerciali: insieme, infatti, hanno cercato di aumentare i propri profitti in una zona dominata dall’India. Nel Paese dell’Himalaya e dell’Everest è il settore primario ad occupare principalmente la popolazione, nonostante le industrie tessili, di tabacco e ceramiche. E al turismo, in costante crescita.
In un contesto di grande vulnerabilità geopolitica, anche in Nepal il calcio ha faticato per via della mancanza di attrezzature, strutture e allenatori qualificati. Dal ’51 ha una vera Nazionale (171° nel ranking), che però non ha mai raggiunto traguardi rilevanti. Dal 2021 c’è un campionato di 10 squadre, di cui si sono giocate solo 3 edizioni, che si affrontano in un girone all’italiana con le prime 4 che vanno ai playoff. Ma la situazione del Paese non aiuta.

Nella storia calcistica del Nepal c’è anche un po’ d’Italia: fra il 2023 e il 2024, infatti, Vincenzo Alberto Annese è stato l’allenatore della Nazionale con cui ha raggiunto il 2° turno delle qualificazioni ai Mondiali del 2026. E poi la bandiera, l’unica al mondo a non essere né di forma rettangolare né quadrangolare, che ha due triangoli sovrapposti appartenenti a due dinastie del Paese, la Shah e la Rana, con la forma particolare che richiama il tetto di una pagoda, il tipico edificio di quella parte d’Asia.
