Joan González, ex Barça e Lecce che lascia a 22 anni: «Colpa della morfologia del mio battito»

by Giacomo Brunetti

Il Barcellona e la Serie A, poi la diagnosi a soltanto 22 anni: deve lasciare il calcio. Joan González da ragazzo si voltava per scambiare il pallone con Gavi, pranzava nella sala con un piccolissimo Lamine Yamal e lasciava la Spagna per provare a sfondare in Serie A, dove ha scoperto Lecce «cercandola immediatamente su FIFA quando mi hanno cercato». Il suo contratto con il Barça era in scadenza, non glielo avrebbero rinnovato, e così valutando alcune seconde squadre spagnole dove approcciare al professionismo, come l’Atlético B o il Valencia B, è arrivata la chiamata dalla Puglia.

«Era l’anno del Covid, un mercato complicato. Il mio procuratore mi ha svelato questa opportunità a metà agosto: mi piaceva il progetto, volevo fare un’esperienza all’estero e ho deciso di accettare. Mi ricordavo il logo della squadra dai videogiochi, ma non sapevo dove si trovasse sulla mappa», ci racconta Joan. Dapprima aggregato in Primavera, «abbiamo fatto una buona stagione e l’anno dopo mi hanno chiamato per fare la preparazione con la prima squadra, dove ho fatto bene e sono rimasto». Il suo talento sboccia quasi subito: all’esordio tra i grandi, in Serie A, mette in fila 35 presenze su 38 partite complessive, tra cui un gol contro il Monza. Si ripete nella stagione successiva, la 2022/2023, segnando un’altra rete e scendendo in campo 29 volte.

Poi tutto si ferma.

«Da piccolo avevo qualche extrasistola, dei battiti “fuori tempo”, ma niente di grave: tanti giocatori ce l’hanno. Durante le visite mediche, però, il dottore ha trovato una morfologia diversa del battito e ha voluto approfondire. A Lecce ho fatto una risonanza magnetica e hanno trovato qualcosa che non capivano bene. Mi hanno detto che non potevo andare in ritiro e che dovevo fare altri esami, a Padova o a Barcellona. Ho scelto Barcellona per stare vicino alla famiglia. Lì ho fatto una quantità enorme di test: dopo circa un anno mi hanno detto che non potevo più giocare a calcio. È durato tutto da luglio ai primi mesi del 2025, quindi circa un anno», ci racconta con lucidità e un italiano praticamente perfetto. A soli 22 anni gli viene sbattuta la verità in faccia: non può continuare, deve abbandonare tutto.

«La cosa positiva, se così si può dire, è che è stato un processo di esami talmente lungo che il periodo dell’accettazione è arrivato progressivamente, ho avuto tempo per assimilare ciò che stava succedendo. Quando alla fine mi hanno detto che dovevo fermarmi, un po’ me lo aspettavo. E questo ha reso la notizia meno traumatica», spiega. «Ho apprezzato che il Lecce mi sia rimasto molto vicino, sono stati splendidi, e non hanno osteggiato nessuna parte burocratica al momento della cessazione della mia attività agonistica», e anche i compagni «mi sono stati accanto, quelli con cui avevo più rapporto mi chiedevano ogni giorno come stessi».

Un sogno che va in mille pezzi. Dal Barcellona alla Serie A, poi sfuma tutto via: «È durissima. All’inizio pensi solo: ‘Quanto tempo dovrò stare fermo?’. Non immagini mai di dover smettere. Col passare dei mesi inizi a renderti conto che può accadere, e questo ti aiuta un po’ ad accettarlo. La parte più difficile è stata vedere la mia famiglia e la mia fidanzata soffrire per me. Però mi sono stati sempre vicino. Abbiamo passato un momento complicato, ma allo stesso tempo è un ricordo bello per il loro sostegno».

La vita non finisce qui. Infatti, Joan stava «già studiando mentre giocavo, ma ora mi sto concentrando di più. Prima facevo mezzo anno accademico in un anno, ora sto cercando di farne uno e mezzo. Voglio prepararmi bene per questa nuova vita. Sicuramente farò qualcosa legato al calcio: non voglio allontanarmi». Studia amministrazione e direzione d’impresa, «ma non so che ruolo specifico vorrei ricoprire nel calcio, ci sono tante possibilità e continuo a prepararmi. Ora voglio finire l’università».

Era nelle giovanili con Fermín López, Alejandro Balde e Gavi. Ha esordito in Serie A contro l’Inter. Ora una nuova giovinezza aspetta Joan González.