La prima avversaria dell’Egitto di Momo Salah in Coppa d’Africa sarà lo Zimbabwe. Un punto fisso fino al 2018 di questa Nazionale è stato Hardlife Zvirekwi. Classe ’87, terzino destro, con una storia assurda.
La mamma ha deciso davvero di chiamarlo Hardlife
Primogenito di 5 figli, ‘Hardlife’ rappresenta appieno la vita che ha dovuto affrontare: abbandonato dal padre dopo i primi anni di vita, ha trascorso la sua infanzia aiutando la madre ad assicurare a tutta la famiglia un tetto sopra la testa e del cibo in tavola.
Hardlife è cresciuto per le strade con un pallone di plastica presentandosi di tanto in tanto a scuola. Lì è stato notato dall’Agatha Sheneti Soccer Academy, una delle migliori del Paese. Dall’U15 fino all’U23, prima di entrare nella loro prima squadra, l’Harare United.
Una storia a sfondo british fra Salah, Mahrez e Mané
Mentre aspettava di conseguire la maturità, ha firmato con i Gunners FC. Il richiamo all’Arsenal è scontato: «Credo che il proprietario fosse davvero un tifoso dei Gunners. Io invece ho sempre fatto il tifo per lo United: i miei idoli sono stati Cantona, Beckham e Rooney».
Passato al CAPS United, uno dei top club del Paese, è diventato punto fermo della Nazionale: dopo aver vinto trofei ed essere stato nominato calciatore dell’anno nello Zimbabwe, ha giocato vari tornei sfidando fra qualificazioni Mondiali e Coppa d’Africa gente come Salah, Mané e Mahrez.
L’incidente che gli ha cambiato la vita
Tutto fino alla Coppa d’Africa del 2017 in Gabon. Nel marzo 2018, dopo un allenamento con la squadra, ha raggiunto un compagno per una festa. A tarda notte, l’incidente che gli ha stravolto la vita e la carriera: un’auto ha invaso la sua corsia e lui, per non prenderla, è uscito di strada ribaltandosi con l’auto e finendo contro degli alberi.
Amputazione della mano sinistra: questo l’esito dell’incidente. «Ricordo le urla della gente. Il mio braccio sinistro sanguinava. In ospedale i medici mi dissero che per salvarmi avrebbero dovuto operarmi e amputarmi la mano». Il primo pensiero è andato al calcio: «E la mia carriera?».
5 settimane dopo era in campo
L’amputazione ha lasciato delle cicatrici: fisiche, psicologiche. Ha iniziato un percorso con uno psicologo, ma sempre per tornare in campo grazie a fisioterapisti e istruttori: «Il calcio è uno sport di contatto, servono entrambe le mani ma ho imparato a mantenere l’equilibrio e a cadere in un certo modo».
Hardlife è tornato a giocare a calcio dopo un solo mese di stop. Alla quinta settimana era già ad allenarsi. Senza protesi e dopo un rigoroso programma di esercizi. Fino al 2021 ha proseguito la sua carriera tifando da fuori la sua Nazionale. Proprio come farà ora: «Li ho seguiti ad ogni partita. Potevo dimostrare di essere un leader anche da fuori». Parola di Hardlife.
Protagonista anche di uno scandalo
Chiudiamo con un altro, folle episodio. Torniamo al 2017, a poche settimane dalla Coppa d’Africa in Gabon. In una delle ultime partite di campionato, Hardlife segna e corre verso un settore pieno di tifosi che lo stavano fischiando. Come esulta? Urinando davanti a loro.
