Altro contagio nella Juventus, ma perché i giocatori partono?

by Redazione Cronache

La Juventus è stata la prima squadra professionistica, almeno in Italia, ad annunciare il primo giocatore positivo al Covid-19. Rugani è stato dichiarato come positivo ben 10 giorni fa, l’11 marzo. Solo 6 giorni dopo c’è stato anche l’annuncio di Matuidi, anche lui positivo, che ha anticipato quello di Dybala oggi.

Tanti contagi, ma tante partenze

In casa Juventus però c’è anche un’altra problematica, sempre legata al virus. Infatti, a diversi giocatori bianconeri, è stato concesso di lasciare l’Italia, nonostante l’obbligo di quarantena. Ronaldo ha lasciato Torino la mattina prima che la Juventus stessa annunciasse il caso Rugani, mentre Khedira e Pjanic hanno chiesto il permesso, che potrebbe arrivare nelle prossime ore. Alcuni, come Douglas Costa o Higuain, hanno già lasciato il paese e affronteranno addirittura viaggi oltre oceano.

In questi giorni in cui la preoccupazione è altissima e le persone sono invitate ad attenersi alle norme, stando a casa e limitando i movimenti, ai giocatori sopracitati viene concessa la possibilità di lasciare il paese, nonostante l’ambiente potenzialmente pericoloso, con il rischio di infettare altre persone fuori dall’Italia. Ad ora, i tre giocatori che già hanno lasciato il paese,(Ronaldo, Higuain e Douglas Costa) sono un potenziale pericolo per la salute pubblica dei paesi in cui si sono trasferiti, visto che l’annuncio di Rugani è arrivato solo due giorni dopo l’interruzione degli allenamenti bianconeri. Il rischio che questi giocatori risultino positivi è alto, poiché il tampone può risultare veritiero solo dopo il periodo di quarantena (non ancora concluso dagli stessi).

Perché i giocatori partono?

La domanda che oggi ci facciamo è: perché permettere questi spostamenti, se non è necessario?  Si rischia di creare situazioni pericolose, e, poiché la squadra è la seconda con più contagi in Italia, (dopo la Sampdoria) di mettere in pericolo tifosi o parenti a contatto con loro. Il messaggio che passa con questo genere di situazioni è che i giocatori di calcio sono esentati dall’isolarsi. Inoltre, non c’è solo il rischio sulla salute degli interessati, ma il rischio di essere emulati da altri, che forse è la parte peggiore. Diversi protagonisti della vicenda, come Gabbiadini o Gomez, negli scorsi giorni hanno lottato per far capire a tutti che i giocatori sono coinvolti nella situazione e non sono esenti da queste norme. E allora perché buttare tutto all’aria?