In Premier col QPR, flop in Italia. Ora l’Arabia: «Se ingrasso è colpa degli allenatori»

by Redazione Cronache

«Ho un idolo e si chiama Zidane, perché sono cresciuto a Marsiglia. Oltre al Balotelli italiano, con me il Milan avrà anche il Balotelli marocchino». Boom. Si presenta così a Milano, Adel Taarabt, ed è tutto un programma. L’ha detto di recente pure Seedorf al Festival dello Sport: «Galliani mi ha raccontato quattro libri sui suoi lati che non andavano bene a livello caratteriale. Poi in campo ha fatto vedere quanto vale, ma ha bisogno di supporto. Come Balotelli». Adel Taarabt, sregolatezza e genio. Capricci e tanto talento, come i chili in eccesso: «Per giocare al Genoa, ne ho persi undici in tre mesi». Autunno 2017, Taarabt è una freccia in più nell’arco di Ivan Jurić: «Ma non gioca a 18 mesi». Rovescio della medaglia: «Ingrasso per colpa degli allenatori, mi fanno arrabbiare e mi rifugio nel cibo». Storia di magliette con su scritto “I love Allah”, un’assenza di cinque anni dalla Nazionale del Marocco e un coro a Loftus Road che fa “Taarabt’s too good for you”. Troppo bravo, già.

Adel Taarabt, QPR e partite a carte

Adel Taarabt nasce nel 1989 a Fés, seconda città marocchina per popolazione dopo Casablanca, famosa per la medina che l’UNESCO ha dichiarato patrimonio dell’umanità. Suo padre è muratore e quando Adel ha 9 mesi decide di trasferire la famiglia in Francia, alle Bocche del Rodano, poco lontano da Marsiglia. Nel 2004, Taarabt è al Lens, tempo di esordire in prima squadra e a gennaio 2007, a 17 anni, arriva il Tottenham e lo acquista per cinque milioni. A Londra, tra Bale e Robbie Keane, Modrić e Pavlyuchenko, non brilla certo Taarabt. Che però dalla sua ha le stigmate del nuovo Zidane, pure se non parla inglese né ha la patente. A una certa, il tecnico Juande Ramos lo bandisce persino da White Hart Lane: «Dovevo andare all’Arsenal, accettare il Tottenham è stato uno sbaglio», ammette Taarabt. Che nel 2009 va al QPR in Championship presieduto da Flavio Briatore e sboccia: 7 gol e 11 assist nel 2009/10, 19 gol e 21 assist nel 2010/11. «Spero l’anno prossimo di giocare in Spagna. Real, Barça, Valencia o Siviglia», ammette candidamente Taarabt. Che nel frattempo diventa capitano del Queens Park Rangers, perde un cugino – ucciso in una sparatoria a Marsiglia – e lascia la Nazionale marocchina in polemica col c.t. Eric Gerets che lo aveva lasciato in panchina. La versione di Gerets è diversa: «Andava tutto bene con Adel, fino a quando l’ho visto giocare a carte alle tre di notte prima di una partita del Marocco».

«Non posso sprecare il mio talento»

Nel 2011 Adel Taarabt esordisce in Premier e perde la fascia di capitano a favore di Joey Barton. Sei mesi al Fulham in prestito, poi a fine gennaio 2004 accetta il Milan. Segna a soli 8 minuti dal suo esordio, col Napoli, si ripete contro Sampdoria, Genoa e Livorno. Quando torna a Londra, al QPR c’è Harry Redknapp e le cose non vanno. «È il peggior professionista che io abbia allenato, è sovrappeso». I tabloid parlano di 20 kg extra: «Peso un chilo in meno di quando ero al Milan», risponde Taarabt. Nel giugno 2015 si trasferisce al Benfica per tre milioni di euro. Gioca solo con le riserve, sbotta a France Football: «Non solo un bambino». Allude al suo stipendio “scomodo”, al club l’intervista non piace: «Non giocherà più». Così a gennaio 2017 va al Genoa, sta in Liguria un anno e mezzo, 29 partite e due gol, contro Cagliari e Napoli. Sembra rinascere: «Il Genoa mi ha dato tanto. Devo tutto a Ivan Jurić, grazie a lui ho capito che non posso sprecare il mio talento».

 

Sette anni al Benfica, ora Rudi Garcia

E invece nell’estate 2018 Taarabt torna al Benfica, fa sette mesi con le riserve (ancora), poi ecco che Bruno Lage lo fa “debuttare” a marzo 2019, in squadra con Seferović e João Félix, stavolta a centrocampo. È la prima volta che Adel Taarabt gioca con la prima squadra del Benfica in quattro anni di contratto. Assurdo: ne giocherà altre 178, sotto Nélson Veríssimo e Jorge Jesus. Vince il campionato portoghese nel 2019, otto anni dopo la promozione in Premier col QPR. Poi, nella rivoluzione estiva al Benfica, Taarabt risolve il contratto il 1° settembre. Tempo di una nuova avventura, dopo sette anni. In Arabia Saudita, all’Al Nasr allenato da Rudi Garcia. A 33 anni, per divertirsi ancora assieme a Vincent Aboubakar, David Ospina e Luiz Gustavo.