Aic, Tommasi: «Si pensa più ai soldi che alla salute»

by Redazione Cronache

Dichiarazioni pesanti quelle di Damiano Tommasi, presidente dell’Assocalciatori, ai microfoni della Rai. L’ex centrocampista della Roma ha parlato così in merito alla situazione stipendi.

POLEMICA – «I calciatori faranno la loro parte. Dobbiamo solo capire qual è sia: loro sono soci quando c’è crisi e dipendenti quando si vince? L’Aic rappresenta proprio questo, i principali attori di uno spettacolo sportivo che dovrebbero essere un po’ più soci e un po’ meno dipendenti, nella buona e nella cattiva sorte».

PREVISIONI – «Era la sera del 7 marzo quando ho alzato l’asticella delle ‘rivendicazioni’ chiedendo, a tutti quelli che potevano decidere, di sospendere il calcio giocato. Ho preso schiaffi da tutte le parti e siamo stati inconcludenti. Ha fatto di più il Coronavirus che le nostre tante parole. Qualche dirigente sportivo mi ha accusato di fare del terrorismo, più o meno come quelli che ora dicono che ‘vuole chiudere qui la stagione, quando tanti vorrebbero giocare’. Ho imparato una cosa dall’epidemia: che il nostro volere e i nostri programmi futuri sono puro esercizio dialettico, l’agenda la detta il Coronavirus, purtroppo».

PRIORITÀ – «Il ruolo che abbiamo oggi è guidare calciatori e calciatrici in questo dilemma, emergenza sanitaria ed emergenza economica, dando le giuste priorità. L’idea che mi sono fatto è che le considerazioni attuali su tagli stipendi o meno, giocare d’estate o meno, siano, ad oggi, per l’80% con priorità all’emergenza economica e per il 20% all’emergenza sanitaria. E questo da tutte le parti, tutti costretti, chi più chi meno, da un’emergenza economica che sembra stia facendo più male dell’emergenza sanitaria».