Giocare nel calcio professionistico a 17 anni è una rarità, anche se sei cresciuto nel Barcellona. È il destino di Albert Navarro, difensore dell’Atalanta che milita nella formazione Under-23, arrivato dal Barcellona la scorsa estate e inserito subito nella rosa per la Serie C. Una squadra che sta scrivendo la storia: dopo la stagione d’esordio (quella 2023/2024) dove ha raggiunto i play-off al primo anno di vita, quest’anno ha bissato il risultato passando addirittura i primi due turni nella corsa alla promozione in Serie B.
La scelta di firmare con l’Atalanta
«Non mi sarei mai aspettato di vincere 7-1 contro la Torres all’andata», ci racconta Navarro in esclusiva dal centro sportivo di Zingonia, la casa dell’Atalanta, dopo aver passato il turno. «Sono sincero, non c’è molta differenza con il Barcellona per i metodi di lavoro», e lo dice uno che è cresciuto a La Masia. Agli ordini di mister Modesto – «mi piace molto lavorare con lui, soprattutto dal punto di vista fisico in Italia si lavora molto e bene» – è cresciuto sotto vari aspetti: «Sia tatticamente che tecnicamente, ma soprattutto nella concentrazione. Sono giovane e per tutta la stagione ho affrontato attaccanti più grandi ed esperti».
L’Atalanta lo ha chiamato «due giorni dopo che avevo iniziato il ritiro con il Barcellona ‘B’ e mi sono convinto di accettare l’opportunità». A questo punto, dall’italiano switcha sullo spagnolo per spiegarsi meglio: «Ho scelto di venire qui perché ho pensato che ci fosse un progetto migliore per me, anche dal punto di vista personale, in base a quello che mi avevano detto nei colloqui. Se in un posto ti vogliono di più, è giusto che tu vada, secondo me». Si è allenato anche agli ordini di Gasperini e adesso l’impegno contro l’Audace Cerignola per il secondo turno nazionale dei playoff di Serie C, che non spaventa una squadra giovane come l’Atalanta u-23: «La testa è sulla partita, il mister ci ha aiutato molto a tenere alta la concentrazione e non fare voli con la mente».
Un prodotto “made in Barcellona”
Albert è cresciuto nel Barcellona. Per lui, catalano, è stato un orgoglio e un onore. Basti pensare che il primo contatto c’è stato quando aveva 7 anni: «Mi chiamarono per un provino, feci una partitella ma alla fine non mi presero. Quindi andai in una squadra della zona, ma dopo un anno mi richiamarono per prendermi. Per me è stato bellissimo, lo definirei un sogno». All’inizio non giocava molto, «poi ho incontrato un allenatore che mi ha cambiato ruolo e da lì ho svoltato, grazie a lui sono ciò che sono oggi». Nella passata stagione si è allenato anche in prima squadra, «ho marcato Lewandowski», e ha condiviso il campo con due ragazzi con cui ha giocato per tanti anni nella cantera: Lamine Yamal e Pau Cubarsí, quest’ultimo «un mio grande amico, quando l’Atalanta è andata a Barcellona mi sono fatto portare la sua maglietta».
Ci racconta che «insieme a Lamine ho giocato per 3 anni, ma niente è come il rapporto che ho con Pau. Quando lo chiamarono in prima squadra, lui era nel Barcellona ‘B’ e sono stato molto orgoglioso di lui, stava vivendo il nostro sogno. Andavamo a scuola insieme e abbiamo condiviso gran parte del nostro percorso». Yamal era già un fenomeno: «Mi ricordo di tante partite dove ha fatto l’assoluto protagonista». Il presente di Albert Navarro si chiama Atalanta: per adesso “Under-23”, ma il suo desiderio è arrivare in prima squadra.