Red Bull, lo stage in Polizia, poco sonno: le idee rivoluzionarie di Alexander Blessin

by Alessandro Lunari

«È un marziano che ci siamo trovati sul pianeta terra». Alla fine la definizione migliore di Alexander Blessin, 48enne di Stoccarda e allenatore del Genoa, l’ha data una delle persone che lo conosce da meno tempo, anche se lo vive con intesità: il suo presidente Alberto Zangrillo. Blessin è arrivato in Italia giovane e senza esperienza in grandi club né campionati importanti. Rappresenta davvero un nuovo mondo, un modello tecnico e una filosofia completamente differente rispetto alla nostra. Una rivoluzione partita dalla Germania che abbiamo ammirato all’estero, che non eravamo certi potesse funzionare da noi. Invece la squadra l’ha seguito. Venerdì 18 marzo, contro il Torino, è arrivato anche il primo successo della sua gestione, dopo 7 pareggi. Dieci punti in otto partite che significano molto per la corsa salvezza. E a fine partita ha fatto innamorare il popolo rossoblù spostandosi sotto la curva a lanciare i cori dei tifosi come fosse un direttore d’orchestra. Un direttore d’orchestra un po’ esaltato, a dire la verità, ma a Blessin il calcio piace viverlo così.

Blessin, dalla Polizia al campo

Per questo fa strano pensare ci sia stato un momento in cui non era certo che il pallone gli avrebbe dato da vivere. Almeno finché lo Stoccarda non ha deciso di acquistarlo, unico club di Bundesliga di una carriera da attaccante spesa nelle serie minori. Un’esperienza come serramentista, un’altra da assicuratore e prima ancora la scuola e lo stage in Polizia. «Mi sono trovato in mezzo a situazioni difficili, all’epoca il tasso di criminalità a Stoccarda era piuttosto alto, ma non ho mai dovuto estrarre un’arma. Preferivo trattare, studiavamo le tecniche di comunicazione e alcune le uso ancora oggi in panchina» ha raccontato al quotidiano belga Het Laatste Nieuws quando allenava l’Ostenda. Ha però la fortuna di frequentare i due laboratori calcistici più importanti della Germania degli anni Dieci, incrociandosi con Ralf Rangnick, considerato il “padre”, con Helmut Groß, della filosofia del pressing e del gegenpressing. Hoffenheim, da calciatore nella seconda serie tedesca, e Lipsia, da allenatore delle giovanili, fino all’under 19, per 8 anni dal 2012 al 2020. Due società dove si sono sviluppate tecniche di allenamento tra le più innovative degli ultimi anni, un modello basato sul metodo, l’organizzazione, e la crescita dei giovani talenti.

Pacific Media Group

Soprattutto a Lipsia, il centro dell’universo calcistico targato Red Bull. Un’impronta che sta provando a replicarla, a livello più basso, l’hedge fund americano guidato da Paul Conway: Pacific Media Group (PMG). Hanno acquistato una serie di società di calcio nei campionati minori e lavorano facendo attenzione ai conti, con investimenti ridotti e mirati, provando a fare utili con il player trading, scoprendo e sviluppando giovani calciatori (o allenatori) da rivendere in futuro. Oggi PMG ha sei società: Barnsley in Championship, Nancy in Francia, Den Bosch in Olanda, Esbjerg in Danimarca, Thun in Svizzera e Ostenda in Belgio. È in quest’ultima che hanno deciso di puntare su Blessin. Scommessa vinta. Le sue idee si rivelano vincenti: la squadra passa dal penultimo posto nella Pro League belga al quinto (nel 2020-21) e lui viene votato dai colleghi come miglior allenatore della stagione.

Sveglia, sveglia!

C’è un dato che più di tutti incorona il suo lavoro e certifica l’efficacia del pressing che chiede ai calciatori ed è la quantità dei passaggi concessi agli avversari, il numero più basso rispetto a tutto il campionato belga. Ai giocatori un po’ di tempo per assimilare i suoi concetti, ma all’Ostenda hanno avuto pazienza, anche quando le cose non andavano bene, e hanno raccolto risultati. Di Blessin si dice che in allenamento sia un martello e gli piaccia lavorare con i giovani. Theate del Bologna, per esempio, è una delle sue creazioni. In più, ha una strana credenza sul sonno: pensa che dormire troppo non aiuti la «performance». E allora quando le sue squadre giocano la sera lui le chiama al campo la mattina per muoversi un po’. Anche sul suo arrivo al Genoa ci sarebbe lo zampino di Pacific Media Group, a cui i nuovi proprietari del Grifone, 777 Partners, hanno chiesto una consulenza. E il consiglio è ricaduto proprio sul tedesco, per il quale sono arrivati a pagare la clausola dell’Ostenda. Anche lui ha accettato una bella scommessa: da come si chiuderà questa stagione dipende tutta la sua carriera.