L’Ancona sta fallendo, tra stipendi mancanti, false promesse e Tony Tiong, il presidente ‘scomparso’

by Lorenzo Lombardi

Dopo gli ultimi giorni surreali vissuti dal club marchigiano, tra pagamenti mancanti, false promesse e l’ennesimo fallimento alle porte, i tifosi dell’Ancona si sono riuniti in corteo per le strade della città: «Siamo stanchi, delusi e incazzati. Non sappiamo quale sarà il futuro della nostra Ancona ma non accetteremo nessun’altra squadra al di fuori di questa. Questo è stato l’ultimo progetto da noi avallato e se questa Ancona scomparirà per noi si chiuderà il sipario».

Solo pochi mesi fa i titoli di quotidiani locali, e non solo, erano questi: Chi è Tony Tiong, il presidente malese che fa sognare l’Ancona’. Quasi due anni dopo ad Ancona però la situazione è diventata surreale. Con il club sull’orlo dell’ennesimo fallimento, diventerebbe il quarto negli ultimi vent’anni, l’imprenditore malese, arrivato tra mille proclami, è completamente sparito e si è reso irraggiungibile. Ma andiamo con ordine.

Difficoltà economiche

La storia recente del club è estremamente tortuosa. Solo negli ultimi 20 anni sono arrivati tre fallimenti, che presto potrebbero diventare quattro. Nel 2017/18 il club è ripartito dalla prima categoria. Dopo due campionati vinti (prima categoria e promozione) per ridare il professionismo ad una piazza importante, Mauro Canil (allora numero uno del Matelica, squadra di Serie C) decide di unire le forze, prendendo anche l’Ancona (allora in eccellenza), denominando il tutto Ancona e portando il club in Serie C.

Nel 2022, dopo il primo campionato positivo (playoff), arriva l’acquisizione che, almeno sulla carta, avrebbe cambiato in meglio il futuro del club: Nonostante molti intermediari decisi a portare un uomo così ricco in altre piazze, Tony Tiong (imprenditore malese) figlio del 900° uomo più ricco al mondo, acquista il 95% delle quote societarie.

Tra ambizioni enormi e un presente difficile

Come ogni imprenditore Tiong ha grandi progetti, a partire da un centro sportivo di proprietà: il nuovo quartier generale sarebbe sorto dietro lo stadio Del Conero, con quattro campi e la foresteria per chi viene da fuori. Dopo il secondo campionato consecutivo sopra le righe (eliminati ai quarti dei playoff nazionali dal Lecco) si arriva a questa stagione, con annunci di un campionato di spessore.

Risultato? Salvi a due giornate dalla fine nonostante un seguito di tifo enorme, nel girone B (per numero di presenze casalinghe e trasferte) addirittura al terzo posto. A salvezza ottenuta il presidente proclama di non voler più soffrire e parla di serie B in due anni, con la conferma automatica di mister Boscaglia.

Il club consegna in tempo la fideiussione che tutte le società devono presentare, e tutto sembra sotto controllo. Niente lascia presagire al terremoto di quest’ultima settimana.

Situazione surreale

Il 4 giugno intorno alle ore 14 si scatena il pandemonio. Diversi giocatori avvisano la stampa che non sono arrivati i bonifici di marzo-aprile (termine ultimo 4 giugno alle 24:00), necessari per l’iscrizione in Serie C.

Tiong è irreperibile, scomparso nel nulla. Il clamore mediatico porta centinaia di tifosi minacciosi sotto la sede (arriva anche il sindaco a capire) perché entro mezzanotte devono partire bonifici pari a 450 mila euro. Alle 23.50 arriva la notizia: il presidente onorario Canil (che ancora possiede il 5% delle quote) su spinta dell’amministrazione comunale ha messo i 450mila euro che mancavano.

Il giorno successivo però un’indagine del Corriere Adriatico rivela che il bonifico da 450 mila euro sembra essere stato fatto solo per placare l’ira dei tifosi, per poi essere stato revocato.

Nelle migliori delle ipotesi la squadra marchigiana ripartirà dalla Serie D. La bocciatura da parte della Covisoc di mercoledì scorso ha spento le residue speranze di vedere ancora l’Ancona in Serie C nella prossima stagione. Adesso palla al sindaco e ai soci del club che ragioneranno sul futuro prossimo della società.

L’U23 del Milan è pronto a prendere il posto lasciato libero.