«Un incubo». Da qui nasce Elanga, l’ultima gemma dello United

by Costantino Giannattasio

Prima dell’11 maggio scorso, ovvero il suo esordio in Premier League, Anthony Elanga non aveva una pagina Wikipedia in inglese. Indice di scarsa popolarità, no? Il debutto poi non è stato indimenticabile: «Ero nervoso, avevo le farfalle nello stomaco». Al Manchester United tutti lo conoscevano bene. Non solo perché Elanga nel settembre 2020 demoliva (6-0) il Salford allenato da Gary Neville: «Lui è un incubo». Sì, segna tanto: 10 gol in due anni con l’Under 18 dei Red Devils, 9 in 16 partite nella scorsa Premier League 2. Ora siamo già a 4 reti in 7 gare e sembra non abbia intenzione di fermarsi. Anche in Nazionale ha steccato l’esordio – Europeo U17 del 2019 –, ma alla seconda partita ecco una doppietta alla Francia. Ora Elanga trascina la Svezia al prossimo Europeo U21, con 6 reti in altrettante gare e una doppietta ieri alla Bosnia Erzegovina. Allo United ha un nuovo numero, dal 56 al 36. Solskjær già stravede per lui: «È l’X Factor della mia squadra».

 

Guanti, maglioni e cittadinanza

«Potrei correre i 100 metri in 11 secondi, forse 10.8. Senza velocità, non sono nessuno». Si presentava così al Malmö Joseph Elanga, 21 anni, terzino sinistro, carriera fino ad allora spesa tra Camerun e Grecia, al Paok. Nato e cresciuto nella capitale Yaoundé, madre dipendente pubblica, padre impiegato nell’impianto cittadino di depurazione dell’acqua. Poi, nel 2000, Elanga senior ha scelto la Scandinavia. C’è rimasto dieci anni. Ma l’inizio è stato traumatico, per il freddo. Al primo allenamento si presentò con tre paia di guanti e due maglioni, uno sull’altro: «Tutti ridevano di me». Poi s’è abituato, ma ha perso la Nazionale con cui aveva giocato il Mondiale ’98: «Mica vengono a vedermi in Svezia, quindi non sanno come gioco». Ha superato il lutto del suo amico d’infanzia Marc-Vivien Foé, nel 2003, con la fede: «La prima cosa che faccio la mattina è una preghiera, ogni domenica vado a Messa». Imparato lo svedese a Lund, Elanga ha preso casa a Bellevuegården a poche centinaia di metri dallo stadio del Malmö e dopo cinque anni – come vuole la legge – anche la cittadinanza: «Mi sento svedese».

 

Un provino ti cambia la vita

Nell’aprile 2002, tra le case popolari a Hyllie, distretto sud-ovest di Malmö, nasce Anthony David Junior Elanga. Ha 4 anni quando la sua famiglia si trasferisce a Borås. Qui entra nelle giovanili dell’Elfsborg, poi – seguendo le orme paterne – al Malmö. Nel 2013 Elanga junior già s’è già trasferito nella Grande Manchester, assieme alla madre Daniella (calciatrice dilettante in Camerun) e le due sorelle, Sandra e Chanelle. A 11 anni il primo provino, in un centro sportivo, dove ha appuntamento con l’Hyde FC. Non si presenta nessuno. Un uomo vede Elanga smarrito e gli chiede: «Chi cerchi, ragazzo?». L’uomo è Ian Forder e allena un’altra squadra locale, l’Hattersley FC: «Non voglio che tu abbia fatto un viaggio a vuoto, vuoi allenarti con noi?». Il resto è storia: «Dopo 10’ del primo allenamento, ho presentato a sua madre i fogli da firmare». Al primo anno all’Hattersley, in 14 partite, Elanga sboccia: 17 reti e 27 assist. Il suo club, abituato a lottare a metà classifica, festeggia un’inaspettata promozione. Forder non crede ai suoi occhi: «Anthony è tutto fuorché egoista, preferisce fare assist che segnare». Il Manchester City per primo si accorge dello svedese.

 

Elanga, un derby e un gol

Il contratto tra Elanga e il Manchester City è pronto. Sennonché Martin Coyne, padre di un suo amico all’Hattersley, è uno scout dello United. C’è solo una soluzione, far scegliere al ragazzo: «Ho sempre preferito i Red Devils». Debutta a Maiorca, in un torneo giovanile in cui prima affronta il Real Madrid e poi si guadagna il premio di miglior giocatore. Simile a quello che ha vinto nel 2020, il Jimmy Murphy Player of the Year delle giovanili dello United, succedendo tra gli altri a Rashford e Greenwood (nel 2005 lo vinse Giuseppe Rossi). L’ultimo svedese prima di lui? Bojan Djordjic, nel 1999: una sola presenza a Manchester e varie promesse non mantenute. Tranquilli, Elanga lo ha già superato. Esordio l’11 maggio scorso nella sconfitta casalinga col Leicester. Alla partita successiva, 22 giorni dopo, al Molineux di Wolverhampton, gol di testa al 13′ a quattro giorni dalla finale d’Europa League persa col Villareal. Merito pure dell'”amico” Alex Telles, che segue personalmente Elanga per volere di Solskjær. Nel frattempo, Anthony non dimentica da dove proviene (pagò £80 per l’affitto di un campo in erba sintetica al suo Hattersley) e studia Cristiano Ronaldo: «È incredibile. Osservo ogni cosa che fa». Il suo idolo è però un altro: Thierry Henry. Un dettaglio evidentemente da non pubblicizzare troppo, in quel di Manchester.