5 motivi per cui l’Arsenal potrebbe davvero vincere la Premier

by Redazione Cronache
Arsenal

La vittoria dell’Arsenal, per 2-0, nel North London Derby contro il Tottenham di Conte ha prodotto, in Inghilterra, lo stesso effetto del successo del Napoli di Spalletti sulla Juventus. Risultato meno rotondo, certo, ma solita sensazione che stavolta si riesca a non cadere in vecchi errori e che le cose possano andare diversamente. Che i tempi, insomma, siano maturi per vincere. E adesso in Premier League i Gunners hanno 8 punti di vantaggio sul Manchester City da custodire con cura. Ce la faranno? Chi lo sa. Questi, intanto, sono 5 buoni motivi per cui potrebbero riuscirci. Anche perché l’ultima volta che hanno avuto un margine così consistente, nella stagione 2003-04, hanno vinto il campionato.

L’attacco “diffuso” dell’Arsenal

Nessun giocatore dell’Arsenal è tra i primi marcatori del campionato, con Odegaard come miglior marcatore con 8 reti che si trova all’ottavo posto in classifica. Ma con Gabriel Jesus infortunato il fatto di poter contare su molti giocatori offensivi in grado di segnare e su una manovra corale che, partendo proprio dai guizzi di Odegaard e Saka (il miglior U21 in Europa se parliamo di assist, 7) riesce ad esaltare le qualità di tutti, sta diventando un vero e proprio punto di forza. E infatti, tornando alla classifica marcatori della Premier, nessun club piazza 4 giocatori nelle prime 21 posizioni: detto di Odegaard, ci sono Martinelli con 7 reti al 14esimo posto, Saka con 6 al 20esimo e Gabriel Jesus con 5 al 21esimo. A differenza di quanto successo a Manchester, sponda City, dove Haaland ha realizzato la metà dei gol della squadra ed è imprescindibile. Con un risultato simile perché la formazione di Guardiola è il primo attacco della Premier con 46 gol e i Gunners la seguono con 42.

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Seconda miglior difesa della Premier

Mai come quest’anno si parla dell’Arsenal di Mikel Arteta come di una ‘creatura’ completa. In grado di segnare e di non subire. Di fatti è il secondo attacco della Premier, ma anche la seconda miglior difesa con 14 gol subiti. Meglio ha fatto solo il Newcastle con 11. City e Chelsea hanno preso rispettivamente 18 e 21 reti. Merito, soprattutto, della crescita dei singoli, non a caso Gabriel e Saliba sono tra i difensori centrali più costosi d’Europa. Sugli esterni della difesa a 4 Zinchenko porta l’esperienza dei titoli vinti col City e Ben White può essere incontenibile. Ma contro il Tottenham anche il portiere Aaron Ramsdale (poi aggredito da un tifoso) ha dimostrato di poter essere perfetto.

Solidità fisica e mentale (nonostante l’età)

Quando attacca, l’Arsenal cerca la profondità, però ha pure diversi giocatori con guizzo e tecnica per saltare l’uomo. Insomma, non manca né la brillantezza fisica per pressare e correre sulle fasce, visto che parliamo della seconda squadra più giovane del torneo (24.4 anni di età media) dopo il Southampton, né la personalità. Ma nemmeno la solidità mentale per uscire dal pressing quando sono gli altri a provare a mettere alle strette i ragazzi di Arteta. «Ci stiamo sempre lavorando, ma ora siamo in grado di reimpostare il gioco e dargli la direzione che vogliamo interrompendo il ritmo avversario» ha spiegato il tecnico. Insomma, c’è una certa maturità.

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Reagire, reagire, reagire

Un’altra conferma di quanto l’Arsenal sia forte (anche) di testa, ci arriva da una statistica curiosa: è sempre in grado di segnare con incredibile rapidità dopo aver subito gol. Incassando il colpo e reagendo all’istante. Si può pensare alla partita contro il Liverpool, in cui Saka ha riportato avanti i Gunners dopo 9 minuti, ma anche alle sfide con Aston Villa, Leicester, e Fulham. Nella prima Gabriel Martinelli ha realizzato il 2-1 finale 151 secondi dopo il pareggio di Douglas Luiz. Odegaard ha ripreso il Fulham in otto minuti e Martinelli e Xhaka in due minuti hanno affossato la rimonta del Leicester. Troppo per essere solo una casualità. 

Rendere difficile la vita agli avversari

Infine, a proposito di pressione, giocare contro l’Arsenal non è per nulla semplice. Lo testimonia una statistica diventata sempre più importante negli ultimi anni: i PPDDA, acronimo di Passed allowed Per Defensive Action. Ovvero il rapporto tra il numero di passaggi effettuati dalla squadra che imposta e il numero di eventi difensivi (da intercetti a scivolate o falli) di quella che pressa senza palla. Più il valore è basso, più alta è la pressione. Ecco, l’Arsenal ha il valore più basso di tutta la Premier League: 8,5, davanti a Chelsea (8.59) e City (9.14), a dimostrazione di quanto sia aggressiva.