Stadio nella baraccopoli e tifosi sui tetti: l’assurdo caso del Barracas Central

by Mattia Zupo
Barracos Central stadio

È il luogo di nascita di famosi ‘payadores’, musicisti ma anche poeti, come Cesar Canton, Felix Hidalgo e Angel Villoldo ‘il padre del tango criollo’ e il nome di questa località degradata del sud di Buenos Aires è presente in Adán Buenosayres, romanzo di Leopoldo Marechal considerato un capolavoro della letteratura argentina del Novecento. Barracas significa letteralmente ‘baracca’ e come tutti i quartieri della capitale argentina ha una propria squadra: il Barracas Central. All’inizio del secolo scorso era il barrio abitato dalle famiglie più ricche, poi l’epidemia di febbre gialla le costrinse a trasferirsi altrove e la zona fu completamente trasformata: arrivarono immigrati, soprattutto italiani, e divenne un quartiere di estrazione popolare.

La casa del Barracas Central e i rapporti con i poteri forti

Dalla metà dello scorso secolo, le fabbriche sono state chiuse, così come la stazione ferroviaria. Oggi, i tetti di quelle strutture abbandonate vengono utilizzati dai tifosi del Barracas Central per assistere alle partite casalinghe del Guapo allo stadio Claudio Fabián Tapia. Un impianto con una capienza di 6.000 posti per una squadra con 117 anni di storia, ma promossa per la prima volta nella massima serie solo nel 2021. I tifosi paganti assistono al match a pochi metri dal campo, separati solo da delle barriere in ferro come nei migliori campi di provincia. 

Barracas Central

Lo stadio porta il nome dell’attuale presidente dell’AFA (la federcalcio argentina), Claudio Fabián Tapia, e i suoi figli Ivan e Matias sono rispettivamente il capitano della squadra e il presidente. Situato tra le vie Olavarria y Luna e Capital Federal, questa struttura sorge tra il fiume Riachuelo e il Tomas Ducó, lo stadio dell’Huracán e nelle inquadrature televisive sopra la piccola tribuna che ospita la barra brava si vede l’autostrada. C’è da aggiungere che fino a luglio 2022, il Barracas ha giocato le gare casalinghe negli stadi dell’Huracán e dell’All Boys, questo perché la capienza minima prevista in Primera è di 16.000 posti. Inoltre, il Claudio Tapia è sprovvisto di illuminazione, così le gare non si giocano mai in notturna. Il tutto è stato risolto grazie a una modifica apportata al regolamento dal numero 1 del calcio argentino e anche grazie a un’opera di restyling della struttura che in futuro dovrebbe arrivare a contenere 20.000 posti.

LEGGI ANCHE ||| L’EX BARI CHE STA GUIDANDO LA RIPARTENZA DELLA COLOMBIA

In questo scenario, il River Plate capolista è caduto contro gli uomini di Sergio Rondina. Una sconfitta per 2-1 dei Millonarios contro la 16esima in classifica, che per l’occasione è scesa in campo con una vistosa maglia giallo fluo al posto di quella tradizionale biancorossa. E in questa stagione il Barracas ha perso solo contro il Boca nei confronti diretti con le 5 big. Non senza qualche episodio arbitrale favorevole, come è accaduto anche contro il River con il gol annullato per fuorigioco dubbio a Enzo Diaz. Episodi e polemiche che avevano caratterizzato anche la promozione del 2021, quando è stata la squadra che ha ricevuto più rigori a favore nella stagione, ben 9, oltre ad altre decisioni arbitrali discutibili.

Barracos Central squadra

La promozione con un telecronista in panchina

Oggi sulla panchina del Barracas siede Sergio Rondina, 50enne che ha allenato in tutte le categorie del calcio argentino. El Huevo, l’uovo, è l’allenatore più glamour del campionato. Infatti, non indossa mai lo stesso vestito, ma sempre abiti con colori vivaci. Questione di stile, ma anche di cabala. 

L’allenatore della promozione invece si chiama Rodolfo De Paoli. Un telecronista che appena 6 mesi prima aveva raccontato la vittoria della Selección al Maracaná in finale di Copa América per l’emittente TyC Sports e che da giocatore si era ritirato a soli 22 anni per un infortunio, dopo aver vestito le maglie di Banfield e Nueva Chicago. De Paoli oggi allena il Patronato de Paraná, squadra retrocessa ma che giocherà la Copa Sudamericana grazie al terzo posto nel girone di Libertadores. Per circa 20 anni,  44enne nel tempo libero allenava squadre di terza e quarta divisione, ma è riconosciuto soprattutto come una delle voci più iconiche del calcio argentino visto che è stato presente per 4 edizioni consecutive di Pes dal 2018 al 2021, tra finali di Libertadores, Copa América e Mondiale.

Centurión e le similitudini con l’Arsenal de Sarandì

La squadra attuale del Barracas non presenta talenti in rampa di lancio o nomi altisonanti, ad eccezione di Ricardo Centurión. L’ex meteora del Genoa però non ha avuto fortuna neanche con la maglia del Guapo. Rondina lo ha infatti scaricato proprio dopo la vittoria contro il River Plate alla quale non ha preso parte: «Non credo che Ricardo continuerà con noi, purtroppo. Abbiamo bisogno di ragazzi che siano coinvolti nella quotidianità, che diano il loro contributo». Messaggio chiaro: il gruppo al primo posto, i singoli vengono dopo. Questa una delle chiavi per ottenere la vittoria contro i Millonarios, la prima visto che l’unico precedente è datato 1926 ed era ancora l’era amatoriale.

Dopo la promozione nella massima serie, chissà che tra qualche anno, il Barracas non possa ripetere l’impresa dell’Arsenal de Sarandì, altra squadra di un sobborgo della capitale che nel 2007 vinse la Copa Sudamericana con il punto in comune di essere presieduta da Julio Grondona, ex presidente dell’AFA dal 1979 al 2014. Per adesso però, per la gente barraquena è ancora tempo di festeggiare la vittoria contro la capolista.