Il Benfica è alle prese con il miglior inizio di stagione degli ultimi 39 anni

by Redazione Cronache
Benfica

Per la Juventus è dentro o fuori, per il Benfica è l’occasione di proseguire il miglior inizio negli ultimi 39 anni di storia. Merito di Roger Schmidt, diciamolo subito. Vuoi che al Benfica un tecnico tedesco mancava dai tempi di Heynckes e ora una versione in provetta del forsennato teorico del gegenpressing di Jürgen Klopp – e, perché no, di Alexander Blessin – si è accasata al Da Luz, c’è tanto entusiasmo. Pensi al 2014, alla semifinale d’Europa League vinta da Jorge Jesus, ed ecco un enorme flashback. Tra finzione e quotidiano, nostalgia e ricordo, tra l’anatema di Béla Guttmann e la vittoria ne O Clássico col Porto venerdì scorso, con un’imbattibilità che dura da 19 gare. C’è un record da battere ed è del sopracitato Jorge Jesus: 22 gare senza sconfitta nel 2012. L’ha detto Ricardo Gomes ad A Bola: «Era l’ora di rivedere un grande Benfica». Il nuovo cinema Benfica.

Tra Gonçalo Ramos e il “nuovo” João Mário

La stagione del Benfica non è iniziata affatto male. Le Aquile sono prime in Primeira Liga con 9 vittorie e un pari nelle prime 10 gare e 24 gol fatti di cui 6 da Gonçalo Ramos, 21 anni, papabile prossima cessione eccellente dopo João Félix e Darwin Núñez. E in Champions League la musica non cambia: 8 punti in 4 partite: battuti Maccabi e Juventus, due pari col PSG. L’ex club di Julian Draxler, uno dei colpi estivi di mercato in cui, oltre a Núñez, sono partiti pure Yaremchuk ed Éverton, per 111 milioni incassati. E spesi principalmente a centrocampo, dove sono arrivati Aursnes dal Feyenoord, David Neres dallo Shakhtar ed Enzo Fernández, gioiellino lanciato da Marcelo Gallardo al River Plate. A questi, aggiungici un Rafa Silva in grande spolvero e il “nuovo” João Mário, già quattro gol finora. Altro che il calciatore campione d’Europa che fece flop all’Inter, pagato 40 milioni di euro nell’estate 2016. L’anno scorso, svincolato, è tornato a Lisbona ma non al “suo” Sporting. Oggi è titolare e leader del Benfica. Ma di chi è il merito di tutto questo?

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Benfica: la carriera di Roger Schmidt

Un paragrafo a parte lo merita certamente Roger Schmidt da Kierspe, Renania, 60 km a sud di Dortmund e 60 km a est di Leverkusen. Una carriera da trequartista nelle serie minori tedesche e gli studi universitari in ingegneria e un impiego nella divisione automotive di Benteler AG, a stretto contatto con pezzi di ricambio di autovetture. Come il c.t. portoghese Fernando Santos o il cileno Pellegrini, oggi alla guida del Betis Siviglia, anche Roger Schmidt è un ingegnere. Nel 2004 gioca part-time al Delbrück, in sesta serie tedesca. Dieci anni dopo, a settembre 2014, è in vetta alla Bundesliga col Bayer Leverkusen. Altro che vertigini e mal di testa: le Aspirine fanno sul serio. Quanto a Schmidt, nel 2008 vince la quinta divisione tedesca col Preußen Münster. Poi Paderborn 07 e a luglio 2012 allena il Red Bull Salisburgo di Lazaro, Mané e Jonathan Soriano, che nel 2012/2013 segna 91 gol e l’anno dopo domina il campionato austriaco: 18 punti di vantaggio sulla seconda, 110 gol in 36 partite. «Con Schmidt abbiamo imparato un nuovo sport», diranno.
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Schmidt: Germania, Cina, Lisbona

Con queste (ottime) premesse, Roger Schmidt accetta il Bayer Leverkusen nell’estate 2014. Finisce quarto al primo anno di Bundesliga, terzo al secondo. Allena Jedvaj e Wendell, Bellarabi e Giulio Donati, il cileno Aránguiz e il messicano Hernández, Brandt e Çalhanoğlu, Kießling e Son Heung-min. La cavalcata agli ottavi di Champions League 2014/15 è memorabile: il Bayer cede solo ai rigori – decisivo Fernando Torres – con l’Atlético Madrid di Simeone. Plot twist: a marzo 2017 ancora i Colchoneros, e ancora Torres, fermano il Bayer. Tra l’andata e il ritorno al Vicente Calderón, però, Roger Schmidt viene esonerato. Da giugno 2017 allena in Cina, al Beijing Guoan che lascia dopo due anni, una FA Cup cinese vinta nel 2018 con Jonathan Soriano (bei tempi, a Salisburgo…) e le lacrime di centinaia di tifosi all’aeroporto di Pechino. Così da marzo 2020 Schmidt si accasa al PSV Eindhoven di Ihattaren e Malen, di un ritrovato Mario Götze e del portoghese Bruma. Vince la Coppa d’Olanda lo scorso maggio, poi lascia. Il Benfica lo accoglie. E ricomincia la pellicola.