Bragantino, l’unico progetto Red Bull che non sta funzionando

by Mattia Zupo
Bragantino

Il sostituto di Kim, non poteva che arrivare dalla città con più napoletani al mondo: San Paolo. Il Napoli ha acquistato Natan dal Bragantino, club paulista della cittadina di Bragança.

Un club storico fondato nel 1928, ma senza una bacheca piena di trofei. L’unico è arrivato nel 1990 con la vittoria del Paulistao, con al comando Vanderlei Luxemburgo, che poi ha allenato il Real Madrid. Il suo successore è stato Alberto Parreira che ha sfiorato il Brasileirao perdendo la finale contro il San Paolo di Tele Santana per poi vincere il Mondiale con la Selecao nel 1994. Dopo 20 anni trascorsi nell’anonimato del calcio brasiliano, il 23 aprile 2019 è arrivata la svolta: la Red Bull ha deciso di investire sul serio in Brasile. In realtà, una squadra già l’avevano: il Red Bull Brasil con sede a Campinas, vicino Bragança, che avevano acquistato nel 2007 e col quale hanno scalato 4 divisioni del campionato statale. Era però necessario avere una squadra nella massima divisione ed ecco che è nato il Red Bull Bragantino, nonostante le polemiche per il cambio dello stemma e l’aggiunta del colore rosso al bianconero del club.  Rispetto alle altre realtà della galassia Red Bull, la proprietà del Bragantino non è stata rilevata subito. Infatti, il vecchio presidente, Marquinho Chedid è rimasto al suo posto.

Red Bull Bragantino, investimenti e filosofia

La squadra è stata affidata prima a Mauricio Barbieri e poi al portoghese Caixinha, per un’identità di gioco propositiva come voleva Rangnik. Idee in panchina, ma anche interpreti di valore con investimenti su giovani prospetti per poi rivenderli. Circa 10 milioni di euro erano stati spesi soltanto nei primi mesi per rinnovare le strutture, pagare gli stipendi e accollarsi i debiti. Nel 2020, il club paulista ha raddoppiato il budget per acquisire i cartellini di Artur, Cleiton, AlerrandroNatan, il nuovo difensore del Napoli. La cessione più importante sin qui è stata quella di Claudinho, campione olimpico nel 2021 e venduto a 15 milioni allo Zenit San Pietroburgo. 

L’ex coordinatore tecnico del Braga nonché ex scout di Manchester United e Arsenal, Sandro Orlandelli dichiarò che gli acquisti dei giovani erano necessari per rafforzare la rosa e rivenderli, ma l’idea finale era quella di utilizzare più atleti formati nel settore giovanile. Al primo anno con la Red Bull, il Bragantino è stato promosso nella Serie A brasiliana. L’anno successivo si è qualificato alla Copa Sudamericana con una rosa con soli 4 over 30 e nel 2022 si è invece posizionato al 14esimo posto in campionato. Ad ora, però, non è riuscito nell’impresa compiuta dalle società delle altre malasse Red Bull, come Lipsia o Salisburgo: scovare talenti sconosciuti, sviluppare il loro potenziale tramite strutture e allenatori all’avanguardia e riuscire a rivenderli a peso d’oro.

Le nuove strutture

E a proposito di strutture, a 70 km da San Paolo sta prendendo forma il nuovo centro sportivo di 11.853 metri quadrati, che comprende la realizzazione di 8 campi e alloggi per tutte le squadre del settore giovanile. Una necessità, visto che il club si allena in affitto al CT HWT Sports, a Bragança Paulista, e altre volte all’Hotel Bourbon, ad Atibaia, o al Nabi Abi Chedid Stadium, mentre le giovanili nei campi affittati a Jarinu.