Petković, dal Trapani di Cosmi alla semifinale del Mondiale

by Redazione Cronache
Bruno Petković

«Mario mi ha dato qualche consiglio», racconta Bruno Petković. Mario è Mario Mandžukić e l’11 luglio 2018 segna ai supplementari la rete che porta la Croazia in finale del Mondiale, vent’anni dopo Davor Šuker e il 1998. Venerdì, invece, Petković elimina il Brasile e porta la Croazia alla seconda semifinale (consecutiva) del Mondiale. Petković è entrato al 72’ e non ha brillato, fino al gol che ha rovinato la serata del Brasile di Tite e Neymar, che aveva appena eguagliato i 77 gol di Pelé con la Seleçao. Bruno Petković, attaccante di 28 anni, 193 cm e una somiglianza non fattuale con Ibrahimović, è l’eroe che non ti aspetti: il numero 16 croato, al minuto 116. «È il mio gol più importante, al Brasile del mio idolo Ronaldo il Fenomeno. Pagavi volentieri il biglietto per lui. In Italia non ho fatto vedere molto ma ho imparato tanto», ammette con sincerità. Da noi una meteora, di passaggio: Catania, Varese, Reggio Emilia, Chiavari, Trapani. In Croazia invece Petković è un idolo: debutta a 18 anni in U21 e a marzo 2019 coi Vatreni di Dalić. In Qatar, il suo climax.  Ne ha fatta di strada, Bruno.

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Petković e Catania argentino

Bruno Petković nasce il 16 settembre 1994 a Metković, 15mila abitanti in Dalmazia dov’è nato pure Darijo Srna, l’ex cagliaritano recordman di presenze con Shakhtar Donetsk (536) e Croazia (134, ma Luka Modrić ora l’ha superato con 160). Comunque, Bruno Petković da Metković, padre croato e madre bosniaca, inizia al Neretva Metković e dal 2007 al 2011 cambia tre club nella capitale Zagabria. Prima la blasonata Dinamo, club più titolato del Paese (63 trofei), poi NK (dopo di lui arriverà il portiere Dominik Livaković), HAŠK e NK Hrvatski. Ad agosto 2012 Petković è del Catania, viene aggregato in Primavera ma debutta all’ultimo turno di campionato in trasferta a Torino, al posto di Papu Gómez. È il Catania di Rolando Maran, che quell’anno finisce 8° in Serie A grazie ai 13 gol di Gonzalo Bergessio. È il Catania del presidente Pulvirenti e dei tanti argentini, undici in totale, tra cui Adrián Ricchiuti.

Chiavari, Ronaldo e Cosmi

Dall’estate 2013, Bruno Petković è aggregato alla prima squadra. Ma in primavera 2014 gli etnei retrocedono, dopo aver cambiato tre tecnici (Maran, De Canio, Pellegrino). Non torneranno più in Serie A e ora, rifondati dopo il fallimento, sono ripartiti dalla Serie D. Petković fa un anno in prestito tra Varese e Reggiana, poi nel 2015/16 fa la spola tra Chiavari (l’Entella) e il Trapani. In Sicilia è protagonista: sei mesi, la promozione in Serie A sfiorata, 7 gol e 7 assist suoi a ridosso di Euro 2016, dove la Croazia esce agli ottavi – immeritatamente – contro il Portogallo di Cristiano Ronaldo e Quaresma. Così, a gennaio 2017, Petković ha un’altra chance: lo acquista il Bologna. È l’anno di Simone Verdi, ma in attacco ci sono pure Orsolini, Palacio e Mattia Destro. L’anno dopo, tra Pippo Inzaghi e il serbo Mihajlović, non cambia molto. A gennaio 2018, Petković va all’Hellas Verona, gioca 16 partite, zero gol e la retrocessione in B. Così, il 6 agosto 2018, Bruno Petković lascia definitivamente il calcio italiano dopo 119 presenze tra Serie A, B e C e 16 gol, di cui 12 in Serie B, di cui 10 col Trapani di Serse Cosmi: la piazza italiana in cui ha mostrato il suo talento.

Mondiale, Budimir e Livaja

Nell’estate 2018, la Croazia di Dalić sorprende il mondo e arriva in finale del Mondiale. Petković torna in Croazia, alla Dinamo Zagabria, e tutto cambia: 12 gol al primo anno, poi 13, 14 e 11. Tre anni in doppia cifra di fila, e quest’anno – prima della pausa Mondiale – Petković ha già segnato 12 gol. Sorprendente. Negli ultimi tre anni, ha vinto tre campionati, Coppa, Supercoppa ed è stato nominato miglior calciatore degli ultimi due campionati croati. Dopo il Mondiale 2018, il ritiro di Mandžukić e le prestazioni di Pjaca e Rebić, è logico che Zlatko Dalić pensasse allora a Petković. Che è diventato il quarto convocato croato della Dinamo Zagabria in Qatar: con lui, Josip Šutalo, Oršić e Livaković. La gerarchia è curiosa: il titolare è Kramarić, seguono Ante Budimir, ex Crotone e Samp oggi all’Osasuna, e Marko Livaja, l’ex bad boy interista che giocò con Atalanta ed Empoli, è rinato all’AEK Atene e – come Petković – gioca in Croazia, ma all’Hajduk Spalato. Roba croata.