Hakan Calhanoglu: zero. Il numero del weekend e le big italiane

by Redazione Cronache

di Giuseppe Pastore

A poche ore dal derby c’è un tarlo che scava nel cervello di tutti i tifosi milanisti: vuoi vedere che Calhanoglu…? Riassunto delle puntate precedenti: acquistato a parametro zero dall’Inter per sostituire Eriksen, il centrocampista turco è partito a spron battuto con una grande prova alla prima giornata contro un Genoa sperimentale, segnando il suo primo (e unico) gol stagionale. Poi è andato spegnendosi, limitando il raccolto a qualche assist su calcio piazzato, finendo quasi sempre sostituito da Inzaghi intorno all’ora di gioco e ultimamente anche messo in discussione, visto il rendimento in crescita di Vidal. Ma vuoi vedere che Calhanoglu…?

I tifosi milanisti hanno cerchiato in rosso la data del 7 novembre, derby da giocare “in casa”, l’occasione ideale per tributare l’accoglienza che si merita – dal loro punto di vista – il turco colpevole di aver saltato il Naviglio senza nemmeno salutare. E però, vuoi vedere che Calhanoglu…? Secondo riassunto, delle stagioni precedenti: in venti partite giocate in rossonero contro Inter e Juventus, Calhanoglu non ha mai segnato.

È un dato singolare per un centrocampista offensivo, che contro le due rivali storiche si è fermato al massimo a un palo (contro l’Inter nel 2020) e una traversa (contro la Juventus nel 2018), attestandosi su una media voto ampiamente sotto la sufficienza. I legni sono poi diventati tre qualche settimana fa, quando nel suo primo Inter-Juve ha propiziato l’1-0 di Dzeko con un destro da fuori deviato da Locatelli e finito sulla traversa. E dunque: ventuno partite contro Inter e Juve, zero gol. La ventiduesima andrà diversamente?

Dunque, il numero di oggi è un clamoroso e squillante zero. Il caso di Calhanoglu è curioso, ma non rarissimo: negli scontri diretti tra Inter, Milan e Juve non è l’unico giocatore offensivo che ha visto la vena realizzativa essiccarsi di colpo al cospetto delle nemiche storiche. Il caso più eclatante è sicuramente quello di Alvaro Recoba, massimo esempio di calciatore umorale, che mise insieme ben 30 partite in nerazzurro contro Juventus e Milan (quindici a testa) senza mai lo straccio di un gol (la sua unica rete alla Juventus arrivò nella stagione del prestito a Venezia, 1998-99, e quindi non rientra nella statistica). Il Milan risponde con un fuoriclasse come Manuel Rui Costa: diciassette partite contro Inter e Juve, zero gol (ma anche uno, piuttosto celebre, annullato per fuorigioco di Shevchenko nella finale di Manchester 2003). Arretrando un po’ il raggio d’azione, troviamo altri celebri “zero” nella carriera di Frankie Rijkaard (25 partite) e Riccardo Montolivo (16 partite), il quale nel 2012 si vide annullare uno spettacolare gol da 35 metri in un derby per fallo su Handanovic di Emanuelson. E chiudiamo con un caso “tri-partisan”, di giocatore che ha vissuto le migliori fortune con la maglia della Juventus ma ha comunque vestito anche le maglie delle due milanesi: Edgar Davids, ventisette partite contro Inter, Milan o Juve e zero gol (e almeno una decina di cartellini gialli). Potrete obiettare che, a differenza di Calhanoglu o Recoba, Davids non era esattamente uno stoccatore da 10 gol a stagione: ma anche quando aveva avuto l’occasione di tirare un rigore contro Peruzzi (nella finale di Champions 1996, con l’Ajax), aveva sbagliato anche quello… Poco male: come dice il poeta, non è da questi particolari che si giudica un giocatore. O no?