a cura di Cosimo Bartoloni, Giacomo Brunetti, Andrea Consales, Matteo Lignelli e Francesco Pietrella

Cinque storie del Camerun.

Dovete sapere che Aboubakar non ha paura di nessuno.

 

Martin Hongla ha già girato il mondo

 

Tutto inizia a Yaoundé, la capitale. Nella Nkufo Academy, per l’esattezza. La speranza di diventare calciatore diventa accessibile quando nel 2016 il Granada si accorge di lui, e addirittura lo convoca in Prima Squadra. Sì, va tutto bene, perché le possibilità di realizzare il proprio sogno crescono quando il Barcellona lo prende in prestito per la propria squadra B. Il problema? Quell’infortunio all’adduttore in aprile. Almeno si è allenato con Messi. Torna a Granada e vola prima in Ucraina, poi all’Anversa. Qui il Verona si accorge di lui.

 

 

Jean-Charles Castelletto in realtà è friulano

 

Qualcuno dal cuore azzurro, in Qatar, lo avremo. Castelletto è nato a Clamart, si è fatto le ossa nell’Auxerre e ha pure fatto la Champions League con il Club Brugge. Qualche prestito ed è tornato a giocarla, stavolta con il Nantes. Cresciuto in Francia, ha vestito la maggior parte delle maglie transalpine nelle Nazionali giovanili. Ma ha dichiarato che si sente tanto camerunense, quanto italiano. Perché? Il padre, Carlo, è originario del Friuli. Ingegnere, si è trasferito a Lourdes per lavoro e lì ha conosciuto la madre di Jean, originaria del Camerun. Un incrocio d’amore e di culture.

 

 

Vincent Aboubakar è davvero peggio di Salah?

 

Quando era al Porto sembrava destinato a diventare uno degli attaccanti più forti d’Europa. Il Beşiktaş aveva provato a strapparlo per 30 milioni, ma i turchi non esercitarono il diritto di riscatto. Un infortunio a settembre 2018 gli ha fatto saltare l’intera stagione, e dopo le cose non sono andate per il verso giusto. Trascinatore del Camerun, soprattutto con la voglia di non essere inferiore a nessuno: capocannoniere della Coppa d’Africa 2021, segnò il gol decisivo nella finale della stessa competizione nel 2017. Fuori dal campo, nessuna paura: «Devo dire che non temiamo il Brasile in modo particolare, perché non è più la straordinaria squadra di un tempo». E anche Salah deve temere: «Non mi impressiona. Faccio ciò che fa lui, ma non gioco in un top club». Personalità al comando.

 

 

Dovete conoscere Christian Bassogog

 

Dal Camerun agli Stati Uniti. A 20 anni lascia il proprio Paese con la speranza di affermarsi tra i migliori esterni dall’altra parte dell’Oceano. Scoperto dal talent scout Jason Arnold nel novembre 2014, grazie alla partnership con il Rainbow riesce a portarlo negli USA, tesserandolo poi per il Wilmington Hammerheads, nella terza divisione. Si mette in mostra prevalentemente da subentrante, ma a fine stagione deve salutare a causa di un ridimensionamento societario. Vola in Danimarca, all’Aalborg, dove rimane due anni. La nuova chiamata ha il prefisso cinese: 6 milioni di euro e la maglia dell’Henan Jianye. Ancora un aereo, ancor più dall’altra parte del mondo. Dopo soli 4 gol in Scandinavia, firma un quinquennale da 7 milioni di euro a stagione. La sua avventura in Nazionale? Nel 2018 il ct Hugo Broos ha mancanza di alternative e, sotto segnalazione di alcuni collaboratori, scopre questo ragazzo: è il suo momento.

 

 

Collins Faï e il rapporto con il caffè

 

Non è sicuramente l’eroe da copertina. Tanta sostanza e soprattutto tanta concretezza. Quando hanno chiesto a Collins Faï come si trovasse in mezzo al campo con solo 165 centimetri di statura. E lui esorcizza la sua infanzia, contraddistinta dallo sfruttamento minorile nei campi di caffè, dicendo che «a forza di portare carichi pesanti le mie ossa si sono accartocciate e sono rimasto piccolo di statura». Due medaglie in Coppa d’Africa hanno scritto il suo riscatto: d’oro nel 2017, di bronzo nel 2021.