Quante volte vi sarà capitato di viaggiare su un autobus, direzione lavoro, università, baretto con gli amici? Oppressi dai pensieri o liberi da ogni preoccupazione, semplicemente concentrati su quel misero biglietto da obliterare per scampare alla multa, per scampare al fastidioso incontro con il controllore di turno.
Quante volte, in riva al mare, avete osservato languidi il tramonto impreziosito da poetiche barchette che sembrano dipinte, pensando alla vita che non va, a quanto può essere bello mollare tutto e ricominciare.
A Barranquilla, Colombia, l’esistenza bisogna guadagnarsela giorno per giorno. Riparando le reti, pulendo il ponte del peschereccio e pregando il Signore in modo che la caccia notturna possa essere sempre fruttuosa. A Barranquilla non c’è spazio per fervide illusioni, sogni di paesaggi da cartolina distanti miglia su cui fantasticare. Carlos Bacca lo ha sempre saputo. Perciò fin da bambino non si è posto illusorie questioni, dall’ora della sveglia fino al congedo ha sempre aiutato il padre a portare a casa la pagnotta.
Carlos, per arrotondare, saltava sugli autobus per staccare i biglietti, osservando con l’insolita malinconia dei ventenni gli sguardi dei passeggeri proiettati verso una destinazione più chiara e sincera del suo mare, in cui avrebbe dovuto necessariamente rituffarsi per conquistarsi la giornata. Carlos, però, non è mai stato pago. Guardava i pesci catturati nelle reti, ammirava la loro voglia di lottare per emergere, per salvarsi. Per inseguire un ideale stupido, per contendersi un pallone con 21 ragazzi affamati, commettendo errori e resistendo eroicamente alle fatiche degli allenamenti dopo la pesca e il turno sugli autobus.
Oggi Carlo Bacca è un uomo e uno sportivo realizzato. Perché con una doppietta ha risolto la finale di Europa League, a 7 anni di distanza dall’ultimo ticket obliterato. Ha preferito festeggiare la sua impresa in lacrime, seduto sulla panchina che probabilmente gli ha ricordato il molo dal quale tutte le sere osservava l’orizzonte, chiedendosi quanto distanti fossero i suoi sogni irrealizzabili.