Caro Didier, siamo ai saluti

by Redazione Cronache

Didier Drogba to leave Chelsea
Dal prossimo settembre il panorama calcistico dovrà rinunciare ad uno dei protagonisti indiscussi del ventunesimo secolo. Ci consola il fatto che non sarà un evento drastico, repentino e improvviso: il nostro palato è già pronto ad assaporare il gusto amaro che rimane quando i grandi se ne vanno, perché il personaggio in questione aveva già deciso di portare il suo immenso talento in Cina, e quindi in pratica di dare l’addio anticipato al calcio vero, salvo poi ripensarci e rientrare dopo mesi per sposare la causa Galatasaray, comunque non una squadra al suo livello, nonostante i suoi allora 35 anni.

Didier Yves Drogba Tébily, classe 1978, muove i primi passi da professionista in Francia, nel Le Mans, ai tempi in serie B, e ci rimane per quattro lunghi anni, in cui per la verità non immagina nemmeno la carriera che lo aspetterà da li a breve, anche perché a dire il vero fino a quel momento il suo rendimento non era tale da far pensare in grande.

Le stagioni al Chelsea, in cui approdò nel 2004, fortemente voluto dal neo allenatore Josè Mourinho, evidenzieranno la supremazia dell’attaccante ivoriano in lungo e in largo. Una strapotenza fisica rara da ricordare e da trovare in un altro giocatore, un eccezionale fiuto del gol unito a una coordinazione aerea impressionante e un’abilità unica nell’ “usare il corpo”, che lo consacreranno come uno dei migliori attaccanti del palcoscenico europeo e mondiale per tutta la durata della carriera.

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Per riconoscenza all’ allenatore che lo ha portato nel grande calcio e alla squadra che lo ha reso grande, Drogba è tornato a casa quest’anno, è ritornato nella stessa casa con lo stesso condottiero: troppo forte la tentazione di ripetersi a distanza di dieci anni dalla conquista della sua prima Premier League. A giudicare dal risultato non gli si può dare torto, anche se chiaramente il suo contributo non ha potuto essere decisivo e determinante come nelle notti migliori.

Quelle notti di Champions che lo hanno mostrato al mondo intero e in cui il Didier si è sempre sentito a suo agio, e che anche quest’anno l’hanno ospitato come si fa con una celebrità degna di nota. Lui ha risposto “presente”, come sempre, nonostante il ridotto minutaggio, doveroso date le 37 primavere.

Ha deciso di lasciare, portandosi dietro una valigia ricca di trofei, di sorrisi amici e nemici, di complimenti, di stima e ammirazione, e di molti ricordi raccolti nei migliori stadi. Noi lo ricorderemo come uno dei cannonieri più decisivi e pronti nelle grandi occasioni, che nelle grandi partite, ai grandi appuntamenti, non falliva. Mai

Ci mancherai Didier