a cura di Matteo Lignelli

Vi siete chiesti che fine abbia fatto il Catania? Ve lo diciamo noi: è appena ripartito dalla Serie D

Risultati e record di abbonamenti, il Catania sta volando in campo e sugli spalti nell’anno della rinascita.

Provate a immaginare una partita di Serie D con 14mila persone sugli spalti. Non ci riuscite? Tranquilli, è normale. Infatti non perderemo tempo a cercare strambi aggettivi che descriverebbero la scena al meglio. Sarebbe un esercizio di pura retorica. Semplicemente perché 14mila persone in uno stadio non c’entrano niente con la Serie D. Siamo a un altro livello. E questo perché a sua volta, il Catania, con la Serie D non c’entra niente.

 

Facciamo un passo indietro. Torniamo al 9 aprile 2022, il giorno in cui il club è stato escluso dal campionato di Serie C quando mancavano 4 partite alla fine. Come se all’improvviso dalla montagna fosse caduto un macigno enorme in grado di coprire 75 anni di storia. Il macigno è il fallimento della società, avvenuto a dicembre 2021. L’ultimo metro di una discesa innescata con la retrocessione in Serie B del 2014 e proseguita con gli scandali che hanno portato alla fine dell’era Pulvirenti e poi alla C.

 

Ma, come abbiamo detto, Catania con tutto questo non c’entra niente. Una delle piazze in Italia dove si respira più passione per il calcio e attaccamento alla maglia. Così, già dall’estate, è iniziata la risalita. Con un nuovo proprietario, per la prima volta straniero anche se con origini siciliane: la madre di Rosario Pelligra, infatti, è nata a Catania. Lui è capo della Pelligra Build Pty Ltd, un colosso che si occupa in particolare di edilizia, ma anche un tifoso che si vive le partite come i presidenti di una volta, tanto che ha pure invitato a casa sua due catanesi che lavorano a Melbourne per guardare insieme la loro squadra del cuore. L’arrivo di una proprietà australiana dopo il fallimento è anche opera di Mark Bresciano e Vincenzo Grella.

 

I tifosi non potevano sostenerla meglio: per vedere il nuovo Catania Ssd (questa la denominazione ufficiale) si sono abbonati in 11.427, un record per la D e meglio di quanto fatto dal Palermo nella stessa categoria. In campo l’obiettivo era il ritorno tra i pro e al tecnico Giovanni Ferraro, l’uomo che ha portato in C il Giugliano (Napoli) è stata data una squadra adatta alla missione, tant’è che prima di Natale è al primo posto del girone I con un margine di vantaggio bello consistente. Grazie a un mix di giovani promettenti e di calciatori con esperienza nei campionati superiori. Come il capocannoniere Jefferson, attaccante brasiliano che ha passato in C gran parte della carriera. Insieme ad altri che sapessero trasmettere cosa significa avere questa maglia sopra la pelle. Francesco Rapisarda, per esempio, difensore di 30 anni col vizio del gol e dell’assist che è nato a Catania, è stato nelle giovanili del club e adesso ha avuto anche l’opportunità di giocare in prima squadra. Ma soprattutto il capitano: Ciccio Lodi.

 

Un nome che ci rimanda a un altro Catania. Una delle squadre più amate, tra quelle che sono entrate nell’immaginario popolare. Un po’ come il Palermo di Cavani o il Livorno di Lucarelli e Protti. Il Catania del Papu Gomez e del tandem Pulvirenti-Lo Monaco che misero su uno squadrone in grado di aggredire l’Europa, grazie anche a quelle intuizioni che fruttarono plusvalenze importanti. Il Catania che dopo la semifinale di Coppa Italia del 2008 conquistò il record di punti in Serie A nel 2013 con Maran, 56, sfiorando l’Europa League. Il Catania di Lodi, Mascara, Maxi Lopez, Bergessio, Almiron, ma anche Ledesma, Juan Manuel Vargas e Jorge Martinez. Il Catania di Walter Zenga, del Cholo Simeone e Montella. Il Catania di Sinisa Mihajlović a cui adesso tanti in città vorrebbero dedicare la promozione.