Con l’Arabia Saudita il Chelsea sta provando ad aggirare il Fair play?

by Grei Hasa
Chelsea Fair play finanziario

Vi abbiamo già raccontato in passato come Todd Boehly appena arrivato al Chelsea ha trovato dei metodi quantomeno creativi per non incorrere in sanzioni legate al Financial Fair Play. Ci risiamo, anche in questa sessione di mercato i Blues si stanno rendendo protagonisti di polemiche legate alle strategie addottate in termini economici, anche se in questo caso si tratta di cessioni e non di acquisti.

Nelle ultime ore infatti in Inghilterra si parla di un numero elevato di calciatori del club di Londra in partenza, tutti in direzione Arabia Saudita. Dopo Kanté, già ufficialmente venduto, sulla stessa via ci sono Pierre-Emerick Aubameyang, Kalidou Koulibaly, Zyech e, seppure più difficilmente a causa delle volontà dei calciatori, Mendy e Lukaku.

Ma perché questo dovrebbe far discutere? Beh perché l’apprezzamento delle squadre saudite verso i giocatori del Chelsea potrebbe nascondere un conflitto d’interesse.

Chiariamo una cosa. Quattro delle maggiori squadre del campionato arabo (Al Nassr, Al Ittihad, Al Ahli e Al Hilal) sono tutte possedute al 75% da PIF, il fondo d’investimento pubblico dell’Arabia Saudita. Dallo stato, per dirla in breve. Lo stesso fondo proprietario del Newcastle dalla scorsa stagione. E che c’entra con il Chelsea?

Ce lo spiega un’indagine di CBS Sports, che nelle scorse ore ha fatto emergere come il fondo di stato arabo si faccia gestire miliardi e miliardi di asset strategici da Clearlake Capital Group, una delle più grandi società statunitensi di (citiamo dal loro sito) investimento focalizzata su operazioni di private equity e situazioni speciali.

Il problema nasce dal fatto che Clearlake sia anche detentrice di quote del Chelsea. Tedd Boehly infatti è solo il volto principale della proprietà, ma la società è stata rilevata da Abramovic da un consorzio che include appunto anche la Clearlake Capital, Mark Walter e Hansjoerg Wyss.

Il Chelsea potrebbe quindi vendere a società collegate (in un certo qual modo) giocatori non più nei piani del club, ma ricavando un quantitativo di milioni tale (sicuramente cifre molto più alte rispetto a quelle che altri club europei offrirebbero per i giocatori che abbiamo citato) da poter rifinanziare un altro mercato da leader assoluti.