Chi è Fabio Miretti: una vita alla Juventus e gli applausi di Allegri

by Francesco Pietrella
Fabio Miretti

Il #tenyearschallenge di Fabio Miretti è da emozioni forti, grandi ricordi, stessi sorrisi. Nel 2012 aveva nove anni e si ispirava a Nedved.  Papà Livio ha raccontato che amava portare i capelli lunghi come lui. Se li faceva crescere e poi li lasciava così pure in estate. «Fabio, fa caldo, perché non li tagli?». «Ma va, io voglio somigliare a Pavel». 

Miretti e Chiellini, 10 anni dopo

C’è una foto di dieci anni fa accanto a Chiellini. Fabio è insieme ai compagni, è l’ultimo a destra, si è tagliato i capelli, sorride. Giorgio sta per diventare Campione d’Italia ma ancora non lo sa. Miretti era uno dei tanti ragazzini bianconeri con il sogno di giocare insieme ai grandi. Dieci anni dopo l’ha realizzato. Lui, centrocampista che compirà 19 anni il 3 agosto (classe 2003), titolare con il Venezia, Chiello dentro a 10 minuti dalla fine, in uno dei suoi ultimi match con la Juve. A fine anno dovrebbe volare negli Stati Uniti. 

Sempre il miglior giocatore

Fabio Miretti ha messo ordine in mezzo e si è guadagnato gli applausi dei tifosi, dei compagni, di Allegri. «Miretti è uno che sa giocare bene a calcio, per questo è qui». Max gli ha regalato una grande chance dopo 3 gol in 26 partite con l’Under 23 e cinque minuti scarsi tra i professionisti, tra cui i primi in Champions contro il Malmoe. Destino. Da piccolo vinceva trofei da miglior giocatore in giro per l’Europa. Sui social c’è una distinta di una finale a Vienna, poi una foto. Fabio tiene in mano un premio più grande di lui e sorride. In zona mista, dopo il Venezia, è stato parecchio timido davanti ai cronisti. «Mi ispiro a De Bruyne, il mio riferimento è Locatelli, è il giorno più bello della mia vita». Insieme a Chiello. 

Quei 177 gol nei Pulcini

Play di qualità, 19 anni ad agosto, un rinnovo fino al 2026 firmato a gennaio, Fabio Miretti è il gioiellino delle giovanili. È sempre stato così. Da bambino, nei Pulcini, ha chiuso una stagione con 177 gol. C’è ancora un ritaglio di giornale in cui stringe l’ennesimo trofeo. L’attacco del pezzo è profetico: «Se il buongiorno si vede dal mattino, le quotazioni di un giovanissimo Miretti potrebbero valere molto». A quei tempi stregò Barcellona, Milan, Inter e Atletico. Anche qui destino: quest’anno si è spinto fino alle semifinali della Youth League, uscendo contro il Benfica poi campione. Due gol in cinque partite prima di giocare tra i pro’: Malmoe, Salernitana, Sassuolo e infine Venezia, 80 minuti in campo nel successo per 2-1. 

Fabio Miretti, dal Cuneo alla Juventus

La Juve l’ha strappato al Toro. Fabio – nato a Pinerolo, circa 50 chilometri dalla Mole – giocava nel Cuneo e lo faceva bene. Si vedeva che uno così avrebbe fatto il salto. L’ha raccontato il padre al Il Bianconero: «Ogni 15 giorni andava a Torino per allenarsi coi granata, poi si è inserita la Juve. A 8 anni ha scelto i bianconeri: lo venivano a prendere a casa con la navetta e poi lo riportavano». Comodità e orgoglio. A casa Miretti si tifa Juve e tutti lo chiamano “Ciko”. ‘Colpa’ di una maglia dell’Atletico regalata al padre da un amico. «Anche Chiellini gli ha chiesto come mai». Dieci anni dopo quella foto.