Warren Zaire-Emery è sceso in campo con il PSG a 16 anni e mezzo

by Francesco Pietrella

Scrivete Zaire-Emery su YouTube. Il primo risultato dà l’idea di chi parliamo. «Questo è il motivo per cui Warren è il futuro del Psg». Intitolato così. È un video di tre minuti e mezzo in cui sono raccolte le migliori giocate del teenager da record, in campo con i parigini a 16 anni e 4 mesi. Mai nessuno come lui. Insomma, «predestinato, talento, futuro». 

Chi è Zaire-Emery

Effettivamente Zaire-Emery col pallone ci sa fare. Fantasista, ottima tecnica, testa sempre alta, gran dribbling, buon inserimento. Galtier gli ha regalato l’esordio nel 5-0 contro il Clermont Foot al debutto in campionato, una decina di minuti per far vedere a tutti il nuovo gioiellino cresciuto in casa. «La sua personalità mi sorprende», ha detto l’ex allenatore del Lilla, salvo poi dribblare altre domande in sala stampa per non caricare il ragazzo di pressione. Ne ha già molta. 

Figlio d’arte da grandi stop

Zaire-Emery è nato qualche mese prima della finale mondiale del 2006, Francia sconfitta ai rigori e noi campioni. Figlio d’arte, papà Franck ha giocato a calcio nel Red Star di Parigi a Saint-Denis, squadra storica di Francia, e tempo fa ha raccontato un bellissimo aneddoto sul figlio. Uno di quei siparietti che fotografano alla grande i calciatori di talento fin da ragazzini. Contesto: torneo estivo amatoriale, roba da fine stagione, Franck gioca e Warren osserva, studia. Ha 7 anni. «A un certo punto gli lancio un pallone da trenta metri. Lui la stoppa di petto come se fosse una cosa normale. Accanto a me c’era mio cugino. Eravamo entrambi stupidi, così ci siamo detti ‘beh, tanta roba’». Predestinato. A volte si può usare. 

Campione d’Europa U17

In estate ha vinto l’Europeo Under 17 con la Francia da titolare. In attacco c’era Mathys Tel, diciassettenne volato al Bayern per 30 milioni. Warren ha segnato un paio di gol. Uno di questi con un tiro da 25 metri, contro il Portogallo in semifinale. Entrato nel Psg a 8 anni, uno dei suoi allenatori ha raccontato che la sua presenza a volte si trasformava in qualcosa di dannoso. «I compagni si impegnavano meno. Sapevano che Warren avrebbe rimesso tutto a posto». Nel Psg dei grandi è un’altra storia. Dopo il debutto, ora, spera di non finire come alcuni enfant prodige parigini finiti nel dimenticatoio, come Bahebeck (in campo a 17 anni) e Ongenda (18). Chi lo conosce dice che non c’è pericolo.