«Chiamatemi Scarface». Ribery e una cicatrice che lo ha reso unico

by Redazione Cronache

Volto tornato d’attualità per una polemica innescata da una presentatrice francese, quello di Franck Ribery è probabilmente tra i più iconici della storia del calcio. Non solo perché con sé porta il mistero delle cicatrici che ne fanno parte, ma soprattutto perché lo stesso giocatore francese ora alla Fiorentina non si è mai nascosto e anzi, ne va orgoglioso.

«Con quella cicatrice da bambino non è stato per niente facile, ma mi ha dato forza, speranza. Mi ha permesso di diventare quello che sono. Sì, la cicatrice mi ha fatto sognare» disse qualche tempo fa per spiegare cosa significano per lui gli sfregi sul volto».

L’incidente

Tutto accadde all’età di due anni, quando fu sbalzato fuori da una macchina in un incidente. Ferite un po’ dappertutto, ma soprattutto al volto, curate da medici e infermieri che riuscirono a salvargli la vita. Non a salvarlo dai commenti di chi lo frequentava: «Ovunque andassi la gente mi fissava sempre per la cicatrice, ma ho imparato a conviverci e tratto forza proprio da lei. Chirurgia estetica? No, fa parte di me e la gente deve accettarmi per come sono». A volte si dice che non tutti i mali vengono per nuocere: ecco, nel caso di Ribery le cicatrici sono state il motore per una rivincita sulla vita che, ad oggi, lo rende uno dei personaggi più affascinanti dell’intera storia del calcio.

«Chiamatemi Scarface»

«Scarface» l’hanno soprannominato i suoi ex tifosi del Marsiglia. Un soprannome difficile da portare, se non si è duri come Ribery. Ma questa è stata la sua forza e il grande insegnamento che ha dato a tutti: non importa come sei, sii orgoglioso di ciò che la vita ti ha dato.