Immaginate un attaccante che, a 34 anni da compiere a marzo, un’età in cui i calciatori iniziano a pensare cosa fare ‘dopo’, vive il momento migliore della sua carriera. Diventando, dopo una vita da riserva, il titolare di una delle squadre più forti del mondo. È questo che sta accadendo a Eric Maxim Choupo-Moting, punta del Bayern Monaco e del Camerun che adesso vorrebbe cristallizzare questo momento della sua vita e farlo durare per sempre. Domenica, nella partita più delicata da un po’ di tempo a questa parte, ha sbloccata la sfida contro l’Union Berlino segnando l’1-0 di testa (è poi finita 3-0), permettendo al Bayern di tornare in testa alla Bundesliga (con 46 punti, come il Dortmund) ed evitando che invece fossero gli avversari (ora terzi a 43 punti) a mettere in scena un’impresa storica.
La rinascita di Choupo-Moting
Complice il Mondiale in Qatar, a fine febbraio siamo poco oltre la metà della stagione e Choupo-Moting ha già segnato più delle precedenti. Ma questa, per lui, non è l’unica cosa che conta. Era tanto tempo, infatti, che una squadra non decideva di affidarsi a lui con questa convinzione. Fin qui ha segnato 15 gol, di cui 9 in Bundesliga, e servito 4 assist in 24 presenze. Restando in campo per 1500 minuti, il triplo di quelli della passata annata (500 minuti) chiusa con 26 presenze e 9 gol. Gli stessi della stagione 2020/21, la prima al Bayern, con 32 presenze, ma quasi sempre a gara in corso. Il destino sembrava riservargli lo stesso ruolo anche in questo campionato: nonostante la partenza di Lewandowski, infatti, Nagelsmann aveva provato ad adattare i suoi esterni al centro dell’attacco, oppure Müller. Poi Choupo-Moting è esploso, facendo valere il suo fisico, la sua solidità oltre alla tecnica e ha iniziato a segnare con regolarità. Mostrando pure qualche colpo da campione vero, come il tiro all’incrocio con cui ha sorpreso l’Inter in Champions League.
Quella chiamata di Tuchel che l’ha ‘inguaiato’
Cresciuto tra le due squadre di Altona, distretto di Amburgo, e il St. Pauli, nel 2004 è stato inserito nella prima squadra dell’Amburgo, debuttando in Bundesliga. Sono state buone anche le stagioni successive al Magonza e poi allo Schalke 04. Il club di Gelsenkirchen è quello dove si è fatto strada nel grande calcio europeo e con cui ha più presenze: 106 partite in cui ha segnato 22 gol. A riprova di quanto sia speciale il momento vissuto al Bayern, coi bavaresi ne ha messi insieme 33 in 82 gare. Era partito come un comprimario, ma stavolta ce l’ha fatta a ritagliarsi spazio e fiducia. Non gli era riuscito a Parigi, dove ha giocato dal 2018 al 2020. Dietro a stelle di un altro livello, come Neymar e Mbappé lui doveva starsene dietro le quinte. Tuchel, con cui aveva già lavorato a Magonza, era stato molto chiaro fin dall’inizio parlando di un giocatore che poteva avere un buon impatto uscendo dalla panchina. Ecco spiegato come mai uno dei club più ricchi al mondo andasse a cercare un attaccante di quasi 30 anni che non era riuscito a incidere nemmeno allo Stoke City (5 gol in una trentina di presenze). Ed è così che si spiega pure la chiamata del Bayern Monaco: contratto annuale e la certezza che là davanti Lewandowski fosse inamovibile. Invece è andata meglio che in Francia, dove lo ricordano per il gol nei quarti di Champions contro l’Atalanta e quello tolto a Nkunku, allora suo compagno, sulla linea di porta. Tant’è che l’accordo annuale col Bayern è diventato un contratto fino al 2023 e adesso sta addirittura trattando il rinnovo chiedendo un ingaggio vicino ai 10 milioni di euro.
Bansky e la moda
«Non sono il tipo che guarda partite di calcio tutto il giorno, cerco di ripulire la mente» disse ai tempi dello Stoke, in un’intervista in cui affrontava anche la sua passione per l’arte: «Non sono un artista, ma a volte disegno. Mi interesso in particolare di street art, Bansky fa cose che mi colpiscono». Parlava poi di moda e di uno stile «tutto mio». Uno stile che lo identifica, a partire dai capelli sempre colorati. È anche per questo che uno dei suoi sponsor, Puma, gli ha chiesto di disegnare la maglia dell’Altona 93 (la società di quinta divisione tedesca dove ha iniziato a giocare) che sarebbe stata utilizzata nel derby contro il Viktoria Hamburg. È venuta fuori una tela con accostamenti un po’ azzardati, ma efficaci. Proprio come quando il Bayern ha deciso di puntare su di lui.