La storia di Moustapha Cissé, dal centro rifugiati alla Dea in due mesi

by Alessandro Lunari
Moustapha Cissé

Quando i cestisti americani vengono a giocare in Europa rispondono sempre la stessa cosa alle domande sui tempi di ambientamento nel nuovo continente: «Basket is basket». Vogliono dire che il basket è lo stesso ovunque. Non è così semplice, però rende l’idea. Un discorso simile si può fare per gli attaccanti (e infatti nella pallacanestro tutti quanti sono attaccanti): quelli forti segnano. Sempre. Non conta la categoria, o l’età. Moustapha Cissé, nuovo attaccante dell’Atalanta, sembra avere questa stoffa qua. A gennaio era in una squadra di Seconda categoria, mentre il 27 febbraio segnava una doppietta al Milan con la Primavera della Dea. Domenica, invece, era in panchina contro il Genoa, la sua prima convocazione con la squadra di Gasperini. Una storia difficile che inizia in un centro rifugiati del leccese.

Rinascita, in tutti i sensi

I selezionatori dell’Atalanta arrivano ovunque. Negli ultimi anni l’area scout si è anche rafforzata fuori dall’Italia e aperta a tecnologia e algoritmi. I suoi allenatori sono capaci di valorizzare il talento forse come nessun altro, e Gasperini ha dato il suo contributo con scelte coraggiose. Come quella di convocare Cissé a meno di un mese e mezzo dal suo esordio con la Primavera, in un periodo in cui il reparto offensivo dei bergamaschi stava facendo fatica. Il modo in cui sono arrivati a lui, però, è molto più tradizionale e romantico: li ha stupiti durante un torneo e da lì hanno iniziato a tenerlo d’occhio per un anno e mezzo. Un torneo di calcio a cinque, tra l’altro, perché le regole della Figc non permettevano di schierarlo in gare ufficiali, ma solo in competizioni o partite amichevoli. Il fatto che l’abbiano notato in quell’occasione la dice lunga sulle sue qualità. Guineano, nato nel 2003, Moustapha ha 18 anni ed è sui campi di periferia del Salento che ha iniziato a costruire il suo riscatto. I Rinascita Refugees, infatti, sono la squadra di calcio dell’omonima cooperativa di Copertino, in provincia di Lecce, messa insieme da Niang Baye Hassane, senegalese e mediatore linguistico che cura i progetti di accoglienza. Quello legato al pallone è stato affidato a lui perché aveva già un po’ d’esperienza come allenatore. Giocano rifugiati, richiedenti asilo e altri ospiti. «Vogliamo dar loro normalità» spiega. Sono partiti dalla Terza categoria e oggi sono in Seconda. Moustapha Cissé si è unito a loro nel 2019. Aveva 16 anni, era arrivato in Italia da Conakry, la capitale della Guinea e la città più popolosa. Con alle spalle una storia tremenda, e la scomparsa del padre, cercava una vita migliore in Europa. Grazie al calcio adesso può averla.

Moustapha Cissé stupisce tutti

Soprattutto da quando si sono aperte le porte del centro sportivo dell’Atalanta, a Zingonia. Pur di tesserarlo hanno liberato uno slot da extracomunitario, in un’operazione che ha ricordato quella per portare a Bergamo Musa Barrow. Cissé vorrebbe costruirsi una carriera simile. Ha debuttato nella Coppa Italia Primavera il 23 febbraio, 13 minuti nella vittoria per 4-2 contro la Sampdoria. Più spazio e più soddisfazioni le ha avute in campionato. Tre gare, giocate tutte per intero, e altrettanti gol. Due col Milan all’esordio e la rete della vittoria del 9 marzo contro il Napoli. Una torsione di testa da una punizione sulla trequarti. Deve ancora metter su diversi chili di muscoli per essere paragonato a lui, però con quei capelli e quel movimento ricorda proprio Duvan Zapata. Nel mezzo novanta minuti contro il Lecce. Ma la notizia più bella è la mancata convocazione per l’ultima gara con la Roma. Andrà tra i più grandi. Conoscendo Gasperini, il suo momento arriverà pure in Serie A.

Aggiornamento 20 marzo

Detto, fatto. Al 65′ della gara contro il Bologna il Gasp ha deciso di dargli fiducia, facendolo entrare ed esordire in A al posto di Muriel. All’82’, nemmeno 20 minuti dopo, stava già esultando dopo un tiro di mancino per il suo primo gol con l’Atalanta nel massimo campionato italiano. Per altro la rete della vittoria dei nerazzurri. Che storia.