Codacons contro Maradona: «No alla santificazione, era dedito alla cocaina e non rispettava la legge»

by Redazione Cronache

Il Codacons, Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori, si è scagliato contro Diego Armando Maradona, scomparso nella giornata di ieri.

Il comunicato

NO ALLA SANTIFICAZIONE – «Giusto il cordoglio per la perdita di un calciatore straordinario, ma no all’eccessiva santificazione di un uomo che, nella sua vita, ha commesso numerosi errori ed è stato un esempio sbagliato per migliaia di giovani».

PROBLEMI LEGALI – «Dai problemi con il fisco ai figli riconosciuti dopo tantissimi anni, passando per le violenze inflitte alla sua ex compagna, al gesto dell’ombrello nei confronti della Guardia di finanza durante la trasmissione di Fabio Fazio o quello contro i tifosi allo stadio, senza dimenticare quando fu fotografato nella vasca da bagno a conchiglia dei fratelli Giuliano, famiglia camorrista napoletana o la sua dipendenza dalla cocaina, sono moltissimi gli esempi di illegalità che, negli anni, hanno visto coinvolto Maradona».

MANCANZA DI INFO COMPLETE – «Non basta quindi assistere alla consueta carrellata di gol e prodezze, interviste post-partita e servizi agiografici: serve un’informazione completa a 360 gradi, e la Rai (che nella stessa giornata alle vittime di femminicidio ha dedicato meno di un decimo del minutaggio garantito a Maradona), così come le altre testate, dovrebbe evitare di santificare un uomo che, pur essendo un calciatore eccezionale, non è certo un esempio virtuoso per la collettività».

LA SITUAZIONE GENERALE – «In un momento come questo, in cui eroismi autentici e quotidiani fanno la differenza ogni giorno, in cui infermieri e medici lavorano da mesi tra turni massacranti e rischi immensi, abbiamo bisogno più che mai di figure capaci di ispirare con i loro comportamenti quelli degli altri, e nessuno può convincere i cittadini che Maradona fosse un uomo esemplare, perché non lo era. Le cose vanno dette per intero, a prescindere dalle ondate emotive. Massimo rispetto per la morte e per il dolore di familiari e tifosi, certamente: ma divinizzare un uomo capace di errori tanto gravi (e reiterati) rimane sbagliato, a prescindere da tutto il resto. Artisti del pallone o meno, non fa nessuna differenza».