Su Nahuel Molina è impossibile trovarsi d’accordo

by Giacomo Brunetti
molina

Nel calcio è sempre più perdonato quel momento di transizione tra l’assestamento e la gloria. Nessuno, meglio dello spagnolo di Nahuel Molina, può riassumere questo primo anno a Madrid: «Al principio me costó entrar en la dinámica del Atlético». Ovvero, non è stato affatto semplice entrare subito nelle dinamiche del suo nuovo club.

L’adattamento, dunque, diventa un punto nevralgico della storia di ogni calciatore. Molina, però, che fino a 5 mesi prima della vittoria del Mondiale era un calciatore dell’Udinese, ha spaccato uno a uno gli spettri delle sue lacune, nonostante la scostante stagione dell’Atlético. Due mesi fa siamo stati a Udine per raccontare il sistema scouting dell’Udinese, lo stesso che ha scoperto Molina. Simone Roia, il coordinatore, ci ha raccontato: «Non mi spiego come soltanto noi a 10mila km di distanza siamo riusciti a vedere il suo talento. Era un giocatore sconosciuto, com’è possibile che tra Udine e Argentina nessun altro se ne sia accorto?».

Molina, campione del Mondo con i suoi amici

Proprio a Udine, Antonio Molina – nutrizionista del Club e casualmente omonimo dell’esterno – aveva teorizzato una dieta particolare per lui: pata negra e il salmorejo, una zuppa a base di pane raffermo, pomodori maturi, aglio e olio d’oliva. Ottima per idratarsi. In Qatar ha vinto il Mondiale insieme a uno dei suoi più grandi amici: Rodrigo De Paul, che definisce «un insegnante». Il gol nel quarto di finale contro l’Olanda su assist illuminante di Messi lo ha proiettato nella memoria di ogni argentino. Nell’ultima gara contro il Rayo Vallecano, ha dedicato il proprio gol esponendo una maglietta di Ángel Correa, che nelle ore precedenti aveva perso la madre. Un compagno di viaggio tra Spagna e Nazionale. 

Ha giocato da titolare l’82% delle gare dell’Atlético ne LaLiga, saltando tra le altre 2 partite dopo l’espulsione contro il Villarreal e quella di dicembre post-Mondiale. Correa ha vinto oltre la metà dei duelli difensivi e compiuto con successo più del 50% dei dribbling. Come la maggior parte dei calciatori di Simeone, Molina è diventato un calciatore divisivo, sia caratterialmente che per modo di giocare. Un esterno a tutto campo nel vero senso della parola, come testimonia la sua heatmap su WyScout. Il successo al Mondiale è arrivato proprio quando doveva smaltire i punti di domanda sul suo conto.

L’esordio shock contro l’Arabia Saudita e le accuse: «Sei un flop». La rissa di inizio stagione contro il Villarreal era stata vista come immaturità. Ma Molina è così: gran calciatore in campo, tenace. E la tenacia a volte gioca brutti scherzi. Ma alla fine il carro di Molina sarà pieno.