Avere i due difensori centrali squalificati per la stessa partita è una bella seccatura. Che succeda a metà del girone d’andata, come capiterà sabato sera alla Fiorentina contro il Milan, è anche piuttosto improbabile: colpa dell’espulsione di Milenkovic e dell’ammonizione del diffidato Martinez Quarta durante Juventus-Fiorentina. La notizia è ancora più fastidiosa per i viola, che associano una delle sconfitte più umilianti della loro storia recente proprio a una circostanza simile: e anche in quel caso si trattava di un Fiorentina-Milan…
Il 4 ottobre 1992 al Franchi arriva il Milan degli Invincibili di Fabio Capello e la Fiorentina di Gigi Radice li guarda a un solo punto di distanza, anche perché la precedente partita dei rossoneri, in casa della Sampdoria, è stata rinviata per pioggia. La Viola invece è reduce da un pareggio per 2-2 a San Siro contro l’Inter, che ha messo in vetrina uno strepitoso Batistuta ma anche fatto danni in prospettiva Milan: Luppi è stato espulso a nove minuti dalla fine, e nella lista del Giudice Sportivo c’è anche Stefano Pioli. Radice è costretto a improvvisare una difesa d’emergenza. Il primo centrale di riserva è Mario Faccenda, nome legato a doppio filo a uno dei pomeriggi peggiori della storia del Milan: il 15 maggio 1982 era stato lui a segnare, al 90′ di Napoli-Genoa, il gol del 2-2 che aveva dato la salvezza al Grifone e fatto sprofondare un povero Diavolo in serie B. L’altro centrale è il 22enne Rufo Emiliano Verga, biondo difensore di Legnano campione d’Europa Under 21 qualche mese prima e giunto in prestito proprio dal Milan, dove qualcuno troppo entusiasta gli aveva appioppato l’etichetta di nuovo Baresi. Sarà un bagno di sangue: per la prima e unica volta nella sua storia la Fiorentina subirà sette gol in casa, tre doppiette a testa per Gullit, Van Basten e Massaro più gol singolo di Lentini, che infieriranno sulla zona troppo allegra della Fiorentina, comunque applaudita dal pubblico a fine partita. Alla luce del risultato finale, suona beffardo lo sponsor che la Fiorentina indossa sulla maglia per tutta la stagione: il soft drink 7-Up… Una giornata storica per la serie A a 18 squadre, che quel giorno stabilisce il record di gol in un singolo turno di campionato: 48 in 9 partite, grazie non solo all’abbuffata del Franchi ma anche al 4-4 di Genoa-Ancona, ai due 5-2 di Lazio-Parma e Udinese-Pescara, eccetera…
La curiosità nella curiosità è il motivo per cui Pioli era stato squalificato dopo una semplice ammonizione ricevuta nel turno precedente contro l’Inter. Quattro ammonizioni nelle prime quattro giornate di campionato? Una squalifica rimediata per un’espulsione in altre competizioni, per esempio in coppa Italia? Niente di tutto questo: nei primi anni Novanta vigeva una regola, ormai dimenticata, in base alla quale, in presenza di un cartellino rosso, non scattava automaticamente il turno di squalifica. Pioli era stato espulso alla prima giornata contro il Genoa per un fallo da ultimo uomo su Van’t Schip, ma il Giudice Sportivo aveva ritenuto la sua infrazione punibile con “tre ammonizioni”: avrebbe dunque giocato la partita successiva da diffidato e al primo cartellino giallo sarebbe scattata la squalifica. Non fu un caso isolato: solo per limitarci alle prime giornate di quel torneo, lo stesso provvedimento fu applicato a Bergomi (Inter) e Casagrande (Torino), anche loro espulsi alla prima giornata, regolarmente in campo alla seconda e squalificati più avanti.