Cosa è accaduto al Sunderland dopo ‘Til I Die

by Cesare Ragionieri

di Cesare Ragionieri

Sunderland ‘Til I Die è un docu-reality sportivo britannico, composto da quattordici episodi divisi in due stagioni (otto nella prima e sei nella seconda), pubblicato su Netflix nel dicembre del 2018.

La serie documenta gli eventi del Sunderland durante la stagione 2017-2018 in Championship, la seconda divisione inglese, terminata con la retrocessione. Lo scopo? Osservare gli alti e bassi della prima stagione dei Black Cats in Championship nell’annata successiva alla dolorosa retrocessione dell’anno precedente. 

La seconda stagione della serie, pubblicata nell’aprile del 2020, racconta le vicende interne allo spogliatoio e sul campo della stagione 2018-2019 di League One, conclusa dal Sunderland con una sconfitta nella finale play-off valida per la promozione in Championship 2019-2020.

Il post ‘Til i Die

Il Sunderland di oggi è ancora più in difficoltà rispetto a quello visto nella serie di Netflix. Sembra un’impresa impossibile, ma per i tifosi dei Black Cats purtroppo è la dura e cruda realtà. La società inglese, ad oggi, è senza un presidente, un allenatore, un direttore sportivo, un direttore del settore giovanile e un allenatore dell’Under 23. Inoltre, è immerso in dei problemi finanziari che facevano tremare per la sostenibilità futura.

All’interno del Sunderland si è creato una sorta di ‘tutti contro tutti’. Il proprietario, Stewart Donald, ha litigato con i tifosi dopo le pessime prestazioni sul terreno di gioco della sua squadra. Li ha accusati di scacciare nuovi investitori a causa dei commenti e dell’aggressività sui social. L’antefatto risale a più di due anni fa: nel settembre del 2018, infatti, il suo socio Methven aveva accusato i tifosi di vedere le partite casalinghe dei Black Cats a casa utilizzando uno streaming illegale invece che sulle tribune dello Stadium of Light. 

La risposta dei tifosi non si è fatta attendere: hanno chiesto a Donald di mettere in vendita la società dopo i risultati negativi delle ultime stagioni. Così, il proprietario ha raggiunto un accordo per la cessione del Sunderland con una cordata capitanata da Kyril LouisDreyfus, che ha appena 22 anni.

La nuova proprietà

La famiglia dell’acquirente dei Black Cats non è nuova nel mondo calcistico. Il padre Robert Louis-Dreyfus, infatti, fu proprietario e maggior azionista dell’Olympique Marsiglia dal 1996 fino al 2009 (anno della sua morte). Successivamente il club francese passò in mano alla moglie Margarita Louis-Dreyfus, la quale cedette la propria partecipazione maggioritaria nel 2016 allo statunitense Frank McCourt mantenendo soltanto una quota di minoranza.

Nel Sunderland che verrà vi sarà anche l’ingresso nel consiglio di amministrazione di Julian Sartori, un politico uruguaiano già al fianco di Robert Louis-Dreyfus nel periodo francese. Steward Donald, invece, non uscirà del tutto dal club e terrà ancora una partecipazione societaria pari al 15%: lo stesso vale per Methven, che si terrà il 5%.

Il campo

I tentativi di tornare almeno in Championship, per il momento, si sono chiusi con un grosso fiasco. Nella passata stagione i Black Cats hanno chiuso il campionato al settimo posto, mancando i playoff per un soffio. Il Peterborough ha chiuso con gli stessi punti (59, ndr), ma la differenza reti gli ha permesso di scavalcare il Sunderland. Al quarto e quinto posto, inoltre, il Portsmouth e il Fleetwood con 60 punti. Una beffa incredibile. 

Anche in questa stagione i risultati non possono essere considerati soddisfacenti. I Black Cats, infatti, occupano l’ottava posizione in classifica: dopo 13 giornate, la capolista Hull City è distante 7 punti. Numeri che hanno portato all’esonero del tecnico Phil Parkinson. Inoltre, nelle ultime cinque partite il Sunderland non ha mai vinto, venendo eliminato anche dalla FA Cup e dall’EFL Trophy.