3 gol contro le prime 3 della classifica. In gol con Inter, Lazio e Juve, per fermare Zlatan Ibrahimovic serve molto più che una frase provocatoria. Con il gol su rigore di ieri, infatti, lo svedese ha aperto le porte a una rimonta concretizzatasi poi qualche minuto dopo, rispondendo al raddoppio di Ronaldo che aveva portato la Juventus sul 2-0. Ibra è uno di quei giocatori che, se provocato, riesce a rendere anche meglio. «Non ho bisogno di un Pallone d’Oro per sapere di essere il migliore», diceva nel culmine della sua carriera. Eppure, Ronaldo ci ha provato. Prima che Ibra si avvicinasse al dischetto con la palla in mano, infatti, il portoghese è andato dal suo portiere Szczesny e gli ha detto «questo lo conosci, no?». Il messaggio è chiaro: fai tutto quel che puoi per pararlo. Ibra, invece, segna. E si gira verso il rivale di sempre. Ronaldo, forse per non dargli soddisfazione, sorride.
Un minuto dopo il gol del pareggio, propiziato dallo stesso svedese, Ibra è uscito dal campo per far posto a Bonaventura ma ha continuato a sostenere i compagni da bordo campo. E mentre il Milan dilagava si è visto Zlatan in panchina che faceva un gesto con le mani come a dire, parli parli, parla ancora, indirizzato sempre a Ronaldo che chiedeva un fallo all’arbitro Giuda.