a cura di Cosimo Bartoloni, Giacomo Brunetti, Andrea Consales, Matteo Lignelli e Francesco Pietrella

Cinque storie della Croazia.

Fate attenzione, perché della vecchia generazione non è rimasto molto.

Zlatko Dalić, un crocifisso e gel per capelli

Camicia bianca intonsa, capelli ordinati con riga a metà, un rosario di Medjugorje stretto nella tasca destra. Ecco Zlatko Dalić, classe 1966, commissario tecnico della Croazia. Fede e calcio. Fede: a ottobre, ha percorso 120 km in tre giorni di pellegrinaggio, dalla sua nativa Livno alla città delle apparizioni della Vergine Maria. Calcio: ex mediano mai uscito dalla Jugoslavia, Dalić inizia ad allenare a Varaždin, Croazia, poi gira Albania, Arabia Saudita dal 2010 ed Emirati Arabi Uniti fino al 2017. Il 7 ottobre 2017 la Federcalcio croata licenzia Ante Čačić ed è Dalić il nuovo c.t. a interim: «Non ho bisogno di un contratto, non voglio “protezioni”. Resto solo se andiamo in Russia». Ci va e torna con una medaglia d’argento al collo, dopo la finale persa con la Francia. Come la semifinale del 1998: Dalić era in Francia da turista, la Croazia di Šuker uscì in semifinale.

One last dance, Luka Modrić

Per Luka Modrić, 37 anni da Zara, sarà l’ultimo ballo. La guerra d’indipendenza croata nella sua infanzia, una carriera stellare tra Dinamo Zagabria, Tottenham e Real Madrid. Dopo quattro Europei – 2008, 2012, 2016 e 2020 – e altrettanti Mondiali – 2006, 2014 e 2018 – ora chiuderà il cerchio in Qatar. Finora, 154 presenze e 23 reti. Jorge Valdano lo definì un «miracle worker», i suoi tocchi di esterno sono poesia. Paragoni con Xavi e Iniesta? Modrić opera in una zona di buio nei 70x100m di campo. Impossibile non amarlo, secondo un editoriale del Guardian: «He makes every other component of a collective function a little better». Insomma, godiamocelo. Dopo l’exploit in Russia nel 2018, Modrić ha vinto il Pallone d’oro. Ora, come nel 2018, ha vinto la Champions. Dovesse vincere il Mondiale… P.s.: leggi A modo mio, la sua autobiografia. Vale realmente la pena.

Ci siamo dimenticati di Budimir, Petković e Livaja?

Al suo esordio al Mondiale 2018, la Croazia batte 2-0 la Nigeria a Kaliningrad. Verso la fine gara, il c.t. Dalić manda a scaldare il milanista Nikola Kalinić, che si rifiuta di entrare. Entra Pjaca, Dalić caccia Kalinić dalla Nazionale. Così Croazia vince il girone, batte Danimarca agli ottavi, Russia ai quarti e Inghilterra in semifinale… senza un attaccante. Kalinić riceve la medaglia d’argento (e la rifiuterà): «Grazie, non posso accettarla. Non ho giocato». In Italia, per lui, 44 gol in cinque anni e mezzo di Serie A tra Fiorentina, Milan, Roma e Verona. Ora in Qatar andranno Bruno Petković (0 gol in 42 gare di A tra Catania, Bologna e Verona), Ante Budimir (6 gol in 33 di A tra Sampdoria e Crotone) e Marco Livaja (5 gol in 57 gare di A tra Cesena, Inter, Atalanta ed Empoli). Meteore. Ma Petković e Budimir, in Serie B, hanno fatto un po’ meglio: 12 e 19 gol in oltre 50 gare ciascuno.

Gli “italiani”: Erlić, Brozović, Vlašić

C’è poi chi ce la fa. Se Petković, Budimir e Livaja hanno steccato, in 322 presenze complessive in Italia, Dalić attinge volentieri alla Serie A. Non il leccese Pongračić, né l’ex torinista Brekalo, né il milanista Rebić. Sono quattro. Il sassolese Martin Erlić è al terzo anno di Serie A, primo in Emilia dopo i due a La Spezia tra Italiano e Motta: a 3 anni, casa sua fu rasa al suolo dalla guerra in Jugoslavia e suo padre, Nino, ricostruì l’immobile da zero con le proprie mani. L’interista Marcelo Brozović vanta 242 presenze in Serie A, vinta nel 2021 con Antonio Conte: in Nazionale trova gli ex compagni Kovačić e Perišić. L’atalantino Mario Pašalić – 13 gol e 7 assist l’anno scorso – s’è riscattato a Bergamo dopo un prestito scialbo al Milan. Infine, il torinista Nikola Vlašić, l’ultimo arrivato: già 4 gol e 2 assist in 14 gare di A nel Torino allenato proprio da un croato, Ivan Jurić.

Mislav Oršić e una tripletta all’Atalanta

Di reduci del 2018 restano Livaković, Vida, Lovren, Modrić, Kovačić, Brozović, Perišić e Kramarić. La nouvelle vague si fa sentire: Joško Gvardiol, per esempio. Ma che dire invece di Mislav Oršić, 29enne nato a Zagabria e stella della Dinamo? Inizia all’Inter Zaprešić, nel 2013 è a La Spezia – prima che arrivi Nenad Bjelica – e in pochi lo ricordano. Torna in Croazia a Rijeka e nel 2015 si trasferisce in Corea del Sud, quindi in Cina al Chanchun Yatai, quindi di nuovo in Corea del Sud all’Ulsan Hyundai. Torna in Croazia a maggio 2018 e Gasperini se lo ricorda bene. Il 18 settembre 2019, Oršić fa tripletta all’Atalanta che esordisce in Champions con un k.o. per 4-0 a Zagabria. Mai convocato ad Europei o Mondiali, questa è la sua occasione. Pure perché, tra playoff e fase a gironi, ha segnato fin qui cinque gol in Champions League, il suo torneo evidentemente preferito.