Un caffè gli ha cambiato la vita. Ora andrà allo United per 74 mln di euro

by Alessandro Lunari

17 gol e 6 assist in 34 presenze per salvare il Wolverhampton e prendersi il record di brasiliano con più gol in una stagione di Premier (superando Firmino e Martinelli). Ma il nome di Cunha gira già da un po’. Ha lasciato il Brasile giovanissimo. Tutto grazie a un caffè preso nel 2017. Al tavolo con lui, Eric Lovey, ex segretario generale della FIFA e agente di Ronaldinho. Il suo idolo: «Ogni tanto messaggiamo. Mi agito solo al pensiero… cioè, è il mio idolo e io ci parlo!».

 

Dal Brasile: «Ehi, Google… cerca Sion»

Torniamo a quel caffè. Matheus aveva appena finito una partita con il Coritiba nella Dallas Cup. Non aveva neanche giocato così bene, ma Lovey ci crede: «Ci ho fatto una chiacchierata: 15 minuti dopo, avevo già capito che potesse diventare un grande calciatore grazie alla sua maturità e alla sua personalità». Riesce a convincere il presidente del Sion. Matheus intanto è perplesso: «Non sapeva neanche dove giocasse il Sion. Ha dovuto cercare su Google per scoprire che fosse una squadra».

Un retroscena svelato dallo stesso agente al quotidiano svizzero Blick nel 2018: «Ai tempi ero amico del presidente del Sion, Christian Costantin. Gli ho detto: ‘Non ho un video né un DVD da mostrarti e non è neanche su Transfermarkt, ma ti prego credimi’. Senza dire nulla, il presidente ha pagato 200mila dollari per ingaggiarlo». Per Cunha è il sogno di una vita: a 8 anni aveva lasciato João Pessoa, la sua città, per giocare con il Recipe, a 170 km di distanza.

 

Un poliglotta a suo modo

10 gol in 24 presenze alla prima stagione col Sion hanno poi fatto il resto. Per ambientarsi velocemente, fa di tutto per imparare il francese. Solo la prima delle lingue straniere parlate: con gli anni, impara inglese, italiano, tedesco e spagnolo. «So che è strano, ma non so leggerle. So solo parlarle molto bene: è nella vita là fuori che mi servono». Poi arriva il Lipsia: 2 gol in 11 partite da titolare in una stagione e mezza. A gennaio 2020 si trasferisce all’Hertha Berlino: segna e fa giocare la squadra. Con la stessa fantasia che usava nel futsal da bambino.

 

L’illusione Atlético e il buio

Nell’agosto del 2021 trascina il Brasile U23 all’oro nelle Olimpiadi di Tokyo. L’Atlético ci punta e paga 30 milioni di euro più bonus. Sembra tutto in discesa. In realtà, è l’inizio del declino: 11 presenze da titolare in due anni. Il colpo di grazia glielo dà il CT del Brasile, Tite, che lo esclude dai convocati per il Mondiale in Qatar: «Ho vissuto 6 mesi da dimenticare. Non volevo più avere niente a che fare con il calcio. Volevo scappare, tornare a João Pessoa. Ho sofferto molto».

Passa giorni interi sul divano, senza muoversi, a fissare il muro: «La depressione la senti. Cambia il tuo modo di approcciarti alla vita. Da fuori ti vedono come un supereroe: un sacco di soldi, sei giovane. Ma poi c’è l’aspetto mentale: l’unico modo per uscirne era trovare uno psicologo». A fatica, Matheus si ritrova anche con il sostegno del papà, chimico di professione: «Quando era triste mi chiamava e mi diceva: ‘Matheus, è come in tutte le aziende private. Lavorare è difficile’. Vedere la carriera da calciatore come una professione normale, nonostante tutte le pressioni, mi ha aiutato. Io avevo problemi nel calcio, lui li ha avuti nella chimica».

 

La svolta: Gary O’Neil, un secondo padre

Nel frattempo si trasferisce al Wolverhampton di Lopetegui nel gennaio 2023. 2 gol in 20 presenze nei primi 6 mesi: sembra l’ennesima delusione. Ma i Wolves hanno ancora fiducia in lui, grazie al nuovo allenatore, Gary O’Neil che tocca le corde giuste: «Mi ha subito capito. Ricordo ancora il nostro primo incontro, mi disse: ‘Amico, tu hai bisogno di affetto. E io te lo darò. Mi lamenterò con te quando servirà, ma sarò quasi come una famiglia per te».

Già, la famiglia. La stessa che Cunha ha lasciato da bambino: «Quando lasci casa così giovane, ti porti dietro un peso enorme. Ho vissuto una fase in cui avevo bisogno di stare con i miei amici, ricordarmi da dove venissi. Avevo bisogno di vivere e basta». Nella prima stagione chiude col Wolverhampton al 14° posto. Lo scorso dicembre, poi, il club esonera O’Neil con la squadra al 19° posto. È allora che Cunha si carica sulle proprie spalle tutto il Wolverhampton trascinandolo alla seconda salvezza consecutiva.

A gennaio erano già emerse le voci di un possibile trasferimento al Man United: «Non ho mai pensato di andarmene in quel momento. Non era giusto: per il Wolverhampton provo un fortissimo senso di gratitudine. Certo, sogno di giocare per i club più prestigiosi al mondo e nelle competizioni più importanti. Non voglio nasconderlo. Ma prima dovevo lasciare qualcosa qui». Wolverhampton salvo. Ora il Man United, che mercoledì 21 nella finale di Europa League avrà un tifoso in più. Matheus Cunha, l’ultima scommessa dei Red Devils per l’attacco.