D’Agostino: «Al gol di Lewandowski ho cambiato canale. Nel calcio troppa ipocrisia»

by Redazione Cronache

Nell’intervista esclusiva insieme a noi di Cronache di Spogliatoio, Gaetano D’Agostino si è anche espresso sulla ripartenza del campionato di Serie A. «Il calcio è un’azienda molto importante per l’Italia, ma anche per il resto d’Europa, per introiti, sponsorizzazioni e perché fa lavorare tante persone. Bisogna riprendere in sicurezza, ma sono stanco di vedere certe cose. Nel weekend ho guardato la Bundesliga: ho cambiato canale al gol di Lewandowski, quando ho visto che hanno esultato facendo gomito a gomito. Non ce l’ho fatta a vedere così tanta ipocrisia: esultano facendo gomito a gomito e poi stanno in 20 in 5 metri quadrati a spintonarsi e abbracciarsi su ogni calcio d’angolo? Mi fa rabbia, ho cambiato canale da quanto rosicavo. Che senso ha vedere i giocatori in panchina stare a 2 metri di distanza? Che senso ha vederli esultare braccio con braccio se poi in campo ti devi scontrare per forza? Vorrei me lo spiegassero per mettermi il cuore in pace, ma se devo vedere il calcio che amo fatto così, allora preferisco non farlo. Sono sincero, vedo regole che non stanno né in cielo né in terra: o non si gioca o, se si gioca, non devono togliere l’emozione nel fare uno sport. Tanto il rischio c’è già dal momento in cui l’arbitro fischia, perché ci sono gli avversari di cui non conosci la vita che fanno, avversari con cui ti devi scontrare e toccare. Con l’avversario sei libero ma con il compagno devi usare precauzioni. Ma non dovrebbe essere il contrario? Chi fa le regole dovrebbe bere meno caffè e più acqua minerale».

Oggi allenatore del Lecco in Lega Pro, D’Agostino conferma come la strada di una sospensione definitiva della stagione sia l’unica strada percorribile per la Serie C e propone di fare ricorso a playoff e playout per «aumentare il controllo e limitare i danni». 

«Non lo so a cosa vada incontro la C. Credo che a giorni debbano incontrarsi, il ministro Spadafora dice che ancora è presto per dire se si può giocare o non si può giocare. Quando lo diranno, a Natale? In Lega Pro è impossibile giocare con i protocolli che hanno chiesto. Dove andiamo a cambiarci, a fare i tamponi e i prelievi? Anche in Serie B è lo stesso. Se davvero c’è la paura o la percezione che qualche società rischi di non iscriversi il prossimo anno – fermo restando che i protocolli servono e si debbano fare più controlli possibile – Si dia un sostegno economico per aiutare a pagare visite e controlli. Dovrebbero trovare la formula giusta. Io sono favorevole a trovare una soluzione per far giocare il minor numero di partite possibili, magari facendo salire la quarta per meritocrazia tramite playoff e magari in una località al Sud dove il rischio di contagio è minore. Anche i playout, eliminando le squadre di metà classifica. Non lo propongo perché il Lecco è salvo, anche perché sono il primo che non vede l’ora di tornare in campo, ma così limiteresti i danni aumentando il controllo sulle partite. Da noi mancano 12 giornate di regular season, che con i playoff diventano circa 20, e abbiamo un totale di 60 squadre. Come si possono controllare 1200 partite?». E ancora: «Non mi fa paura questo campionato, se e come finirà. A me preoccupa più come comincerà il prossimo. Mi fa paura, ho veramente il terrore sul quando e con quale modalità comincerà. Ripartendo a ottobre, nella malaugurata ipotesi in cui ci fosse un’altra ondata, sarebbe dura dover fermare di nuovo tutto».