Dardan Vuthaj, il Dartagnan di Novara che segna più di Immobile

by Francesco Pietrella
Dardan Vuthaj

“Dardagnan” già da qualche mese. A Novara lo chiamano così, un giochino di parole tra il suo cognome e Dartagnan, e la sua storia sembra uscita davvero da un romanzo. Dardan Vuthaj è l’attaccante più prolifico d’Italia, gioca in Serie D e ha trascinato il Novara nei professionisti con 35 gol in altrettante partite. Più di Immobile e Vlahovic. In vetta. 

Dardan Vuthaj via dall’Albania

Nato a Patrasso da genitori albanesi, Vuthaj si è trasferito in Italia da bambino e ha sempre giocato a pallone. Merito di papà Andi, bomber dilettante, uno che a 50 anni – parola del figlio – riesce ancora a girarsi in area con facilità e a bucare portieri in giro per la provincia. Negli anni novanta fuggì dall’Albania dopo la fine del comunismo e la caduta di Enver Hoxha, uno che fece costruire migliaia di bunker sulle spiagge del Paese per timore di un’invasione. Andi Vuthaj giocava a calcio, era anche bravo, ma ripiegò a Patrasso, in Grecia, a causa della guerra civile e dei disordini post Hoxha. Il tutto prima di reinventarsi muratore in Italia, prima a Cuneo e poi in Liguria, dove Dardan ha iniziato a giocare. 

La lite con Ivan Juric

Prima di diventare il re di Novara, Dardan Vuthaj ha dovuto fare i conti con i suoi comportamenti. Vuthaj «era una testa calda», l’ha ammesso tempo fa. Ribelle dentro, indole anarchica. Quando giocava nel Genoa si trovava bene solo con chi gli dava fiducia, cioè Gian Piero Gasperini: «Un maestro di calcio. Una volta segnai tre gol alla prima squadra durante un’amichevole con la Primavera». Classe ’95, punta veloce e mobile, stellina dell’Under 19 albanese. Il mondo sembrava ai suoi piedi, ma è bastato un cambio di panchina per vederlo sgretolarsi piano piano. Ivan Juric – nuovo allenatore della Primavera – lo scruta da lontano, trova qualcosa che non va e lo riprende a brutto muso. Ne nasce una lite verbale: «Non mi sono piaciute certe sue affermazioni. Nel giro di un mese mi sono ritrovato da titolare a fuori rosa». Quindi via da Genova. 

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Il giro d’Italia prima di Novara

Il giro d’Italia inizia a Bra, Serie D, un gol in 7 partite, poi un anno nel Laci in Albania e sei mesi a Monopoli in C. Niente da fare, non ingrana. Dopo una decina di gol con il Delta Porto Tolle e altri 16 con il Campodarsego, lo chiama l’Imolese in C. Solo tre reti, altro stop, prima della svolta chiamata Rimini: Vuthaj infila 21 gol in 33 partite e si guadagna la nomea di bomber di categoria. Uno che chiami se vuoi vincere il campionato. Giuseppe Di Bari, d.s. del Novara, intuisce le sue qualità e lo convoca al centro sportivo per una chiacchierata. «Vogliamo la Serie C, sarai il bomber». Un po’ come fece Zeman con Signori più di trent’anni fa, quando apostrofò una giovane punta da 5 reti a Piacenza proprio con quel nome, «bomber», facendo scattare le risate di chi lo circondava. Vuthaj ha ripagato la fiducia con 35 reti in campionato due triplette e 6 doppiette. 

Dardan Vuthaj bomber da professionismo

Quando gli hanno chiesto il perché del suo exploit, arrivato a 27 anni, ha fallo leva sul carattere: «Ero istintivo, forse ingenuo, reagivo sempre alle provocazioni. Non ero pronto per il mondo del calcio». Dardan gioca per la sua famiglia, si sacrifica, a fine mese gli gira sempre parte dell’ingaggio. È rimasto anarchico, un filo ribelle, ma ha trasformato questo difetto in un vantaggio. Nove mesi fa disse di aver scelto il Novara per vincere. Promessa mantenuta.