Dentro la rinascita della Sampdoria con Fabio Depaoli

by Simone Bernardini
depaoli intervista

Fabio Depaoli in questa stagione è partito forte, oltre i 3 gol realizzati è sempre stato uno dei più positivi della Sampdoria, anche nel complicato avvio di stagione. La squadra di Pirlo è riuscita ad uscire dal tunnel, conquistando 4 vittorie nelle ultime 4 gare casalinghe e ora si appresta ad iniziare un campionato nuovo.

Il difensore blucerchiato è stato decisivo, due settimane fa, contro lo Spezia con una doppietta: «Prima di quella gara, l’ultima volta che avevo fatto una doppietta ero in Primavera al Chievo, contro l’Udinese». Successo importante, l’ennesimo in casa, che è stato poi seguito anche dalla vittoria per 2-0 sul Lecco, firmata da un’altra doppietta, questa volta di Sebastiano Esposito.

Nonostante il -2 di penalizzazione in classifica, per alcuni ritardi nel versamento delle imposte di Irpef e Inps sugli stipendi dei giocatori, la Samp si trova a soli 6 punti dai play- off con ancora 22 gare di campionato da giocare. «Siamo partiti male c’è stato un cambiamento radicale della società, bisognava tornare a far incastrare tutti i meccanismi. Siamo riusciti a ritrovare continuità, consapevolezza e voglia di giocare ogni partita per provare a vincerla».

Depaoli ce lo ha detto senza mezzi termini: «Il sogno è tornare in Serie A con la Sampdoria e restarci il più a lungo possibile. Perché io qui sto bene, come la mia famiglia».

Quella compiuta la scorsa estate è stata una scelta di cuore: dopo l’esperienza in prestito a Verona, Depaoli ha deciso di sposare la causa blucerchiata: «Nella scelta di rimanere a Genova quest’anno ha influito tanto il mister, ma anche la società che mi ha fatto un rinnovo lungo. Ho deciso di rimanere pur avendo delle offerte dalla Serie A, il progetto che mi è stato proposto è convincente. Il blasone di un club come la Samp sicuramente ha influito nella mia decisione».

Proprio con Andrea Pirlo, è scattato fin da subito un feeling profondo: «Con il mister c’è un rapporto speciale, mi ha fortemente voluto tenere qui e per questo lo ringrazio ogni volta che posso. Non importa se mi schiera esterno d’attacco o terzino, cerco sempre di ripagare in campo la fiducia che mi dà».

E se gli si chiede come è stato realizzare una doppietta decisiva, al Ferraris, in un derby lui risponde: «Emozionante e importante. Emozionante farla in casa, perché non avevo mai segnato davanti ai nostri tifosi, e importante perché abbiamo vinto la partita, il che ci aiuta per la classifica».

Tre degli ultimi 4 gol segnati in carriera sono arrivati di testa. «Il segreto? Mi inserisco bene, qualche volta la prendo bene, altre meno. Venerdì è andata bene».

Il cambio di rendimento dei blucerchiati ha un nome e un cognome. «Ad invertire il trend ci ha aiutato Roberto Re, il nostro mental coach, che ci ha dato una mano soprattutto nelle sfide in casa. Lui è arrivato prima della sfida con il Cosenza. Tanti giocatori avevano paura di giocare a Marassi davanti ai nostri tifosi, tra l’anno scorso e quest’anno venivamo da tante gare perse in casa. In alcune situazioni avere tanti tifosi può diventare un’arma a doppio taglio. Roberto ci ha aiutato, dandoci alcuni consigli che sono serviti un po’ a tutti».

Fabio è tornato a Genova dopo alcune stagioni in prestito, tra tutte i due al Verona, dove ha vissuto due annate positive. «Sono rimasto in contatto con i miei vecchi compagni, abbiamo un gruppo ci sentiamo spesso. L’anno scorso c’era un vero e proprio gruppo di gamer, ci vedevamo prima dell’allenamento per giocare ad Among Us».

E alla Samp la situazione com’è? «Qui è un po’ diverso, giochiamo a burraco: siamo io e Conti contro De Luca e Ricci. Poi giochiamo a calcio tennis, lì siamo io e Ricci contro Esposito, Kasami, La Gumina, giochiamo contro il resto del mondo. Siamo imbattuti!».

Tra le partite che più difficilmente scorderà, c’è quella del 18 agosto 2018 quando con il Chievo si è trovato a marcare l’esordio di Ronaldo con la Juventus. Solo pochi anni prima era andato in Spagna per vederlo da tifoso. «CR7 era il mio idolo, nel 2015 mia sorella mi aveva regalato i biglietti per andare a vedere Ronaldo, al Vicente Calderón contro l’Atlético. La partita finì 4-0 e CR7 e non toccò un pallone. Pochi anni dopo me lo sono trovato davanti nel suo esordio in Italia. È stata una grande emozione, ti mette soggezione se pensi a quello che ha fatto per il calcio resti ipnotizzato».

Abbiamo concluso chiedendogli l’emozione più grande in carriera, la sua risposta? Ancora una volta, non è stata banale. «C’è l’esordio in Champions, ma è stato in una sconfitta per 5-0 contro il Liverpool e senza pubblico per il covid. Quindi per ora posso dire che la doppietta contro lo Spezia è l’emozione più grande».

Fabio e la Samp si sono ritrovati e l’obiettivo comune è chiaro.