Dobbiamo parlare dell’Elche, l’unica squadra imbattuta ne LaLiga insieme a Real e Barça

by Cesare Ragionieri

10 punti in 6 giornate, 5° posto in classifica e ancora nessun ko: il neopromosso Elche è una delle tre squadre ancora imbattute ne LaLiga, insieme al Real Madrid capolista e al Barcellona. Non era mai successo nella storia del club: è il miglior avvio di sempre. Giovedì sera, nella trasferta contro l’Osasuna, il pareggio è arrivato solo in pieno recupero, al 90+2’, con il gol di Adrià Pedrosa.

La mano di Sarabia nell’Elche

L’Elche non ha un modulo fisso, ma varia: finora ha alternato 4-3-3, 3-5-2 e 3-4-1-2. Con un unico mantra: il gioco di posizione.

Quello che non cambia mai è l’identità della squadra: «Il mio calcio non è negoziabile», ha detto Eder Sarabia, l’allenatore 44enne – figlio dell’ex Athletic Manu – che ha riportato l’Elche ne LaLiga dopo 2 anni di purgatorio. Anche se «nei momenti di difficoltà sono cresciuto come allenatore proponendo un gioco diverso».

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La base, però, rimane sempre la stessa: «Non cadiamo nell’errore di chiamare bello tutto ciò che è gioco di posizione, ma per me è il modo migliore per stare in campo».

Idee chiarissime: «Dominio del gioco e pressione alta, questo è quello che chiedo», ha spiegato Sarabia, cresciuto come vice di Quique Setién – uno dei maestri del juego de posición – tra Las Palmas, Real Betis e Barcellona, e divenuto grande all’Andorra, riportato in Segunda División nel 2022. In un anno ha plasmato un Elche che vuole dominare il gioco, ma che sa anche soffrire.

La rinascita di André Silva

La rosa dell’Elche è un mix intrigante: prestiti dal Barcellona (Iñaki Peña, Héctor Fort), Federico Redondo, figlio d’arte ed ex compagno di Messi all’Inter Miami, Álvaro Rodríguez (in prestito dal Real Madrid) e attaccanti esperti come André Silva e Rafa Mir.

Proprio l’ex Milan è uno dei simboli di questo Elche: dopo due anni difficili (5 gol complessivi tra Real Sociedad, Lipsia e Werder Brema), in questa stagione Silva ha già segnato 2 reti in 5 partite. 1 di queste – contro il Real Oviedo – è valsa la 2a vittoria in campionato.

Ha raccontato le sue sensazioni ad AS: «Ho passato un periodo difficile, ma all’Elche ho ritrovato il sorriso». E anche i gol.

La storia dell’Elche

17 delle 25 stagioni dell’Elche ne LaLiga sono arrivate tra il 1959 e il 1978, in quella che è considerata l’epoca d’oro del club.

Il miglior piazzamento è il 5° posto del 1963/64, mentre l’unica finale di Copa del Rey, che all’epoca si chiamava Copa del Generalísimo in onore al dittatore Francisco Franco, rimane quella del 1969, persa 1-0 contro l’Athletic Club.

Nel palmares dell’Elche ci sono solo due trofei, quelli per la vittoria della Segunda División nelle stagioni 1958/59 e 2012/13.

L’Elche tra sogni e realtà

L’obiettivo resta la salvezza, ma una partenza del genere non può non alimentare sogni più grandi, anche perché ne LaLiga non è raro che una neopromossa sorprenda e stupisca(Girona o Rayo Vallecano gli esempi più recenti).

I prossimi mesi ci diranno se l’Elche potrà restare nella parte sinistra della classifica o se dovrà lottare fino alla fine per la salvezza.

Intanto, a Elx, la città con il palmeto più grande d’Europa – patrimonio UNESCO dal 2000 -, l’entusiasmo è alto come non succedeva da tempo. Ed era tutt’altro che scontato.

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