Donadoni e la volata scudetto: «Oggi dico Milan. Pioli? Mi rivedo in lui»

by Redazione Cronache
bonera pioli milan

L’ex giocatore del Milan e allenatore della Nazionale Roberto Donadoni, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha parlato delle possibilità di scudetto per i rossoneri e del momento delle big del campionato.

SCUDETTO – «A inizio stagione era facile dire Juve, ma nella seconda parte dell’ultimo campionato le altre avevano lanciato messaggi importanti, penso a Milan e Inter. E la partenza della Juve in questo 2020-21 ha livellato ancora di più i valori. Oggi dico Milan, ma è lunga».

PIRLO – «Serve ancora tempo, non vedo ancora una squadra plasmata a sua immagine. Finora Pirlo ha cambiato spesso interpreti, anche perché la rosa glielo consente, ma è difficile conciliare subito gioco e risultati».

GOMEZ – «L’Atalanta è una realtà virtuosa del calcio italiano ed europeo e questi episodi non aiutano, sarebbe un peccato rovinare tutto. Ma sono anche convinto che nel calcio si possa vincere senza essere amici, quello che conta è non essere nemici. Se tutti i protagonisti sapranno gestire questo momento, potranno uscirne più forti. L’ambiente conta: all’Atalanta tutti adesso sanno di aver raggiunto una dimensione da big».

INTER – «Conte à un allenatore che non si è mai fossilizzato su un solo sistema di gioco, la duttilità tattica è nel suo bagaglio. Il quadro può generare nervosismo, è naturale. Sarà una prova di temperamento, per tutti: giocatori e ambiente. Eriksen? È abituato ad essere protagonista, non può sentirsi soddisfatto. È un grande calciatore, però bisogna anche essere capaci di adattarsi».

GATTUSO – «Rino è cambiato, il suo calcio si è evoluto in meglio, le esperienze del passato gli hanno insegnato molto. E molto ha imparato anche dal passato di calciatore: in campo era portato alla rottura, oggi ama soprattutto costruire»

PIOLI – «Ha fatto un lavoro straordinario, merita tutti i complimenti del caso. È un amico, mi rivedo in lui. Il gruppo ormai è pienamente cosciente del proprio valore. E si vede: con il Parma, sotto di due gol, ha continuato a fare la partita».

IBRAHIMOVIC – «È meraviglioso: a 39 anni ha capito in che modo incidere in un gruppo molto giovane. È incredibilmente empatico, trascina anche quando sta fuori. Riesce a trovare sempre le motivazioni giuste, se il fisico lo asseconderà ancora, il suo posto è nel Milan».